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Il mondo a energia solare è possibile. Basta iniziare a costruirlo

Il sole è la fonte prima di energia e la tecnologia per sfruttarla è già matura. Ciò che manca è però una programmazione di lungo periodo che ne diffonda l’utilizzo. Un progetto pilota nel Comune di Castenaso prova a indicare la rotta da seguire.
Sole al tramonto

87.000 Kmq. "Sembra una superficie enorme – dice Leonardi Setti, ricercatore del Dipartimento di Chimica Industriale e dei Materiali – ma proiettata sul globo equivarrebbe a un piccolo quadratino di Sahara. Se coprissimo questa superficie di pannelli fotovoltaici, soddisferemmo l’intero patrimonio energetico mondiale". Una performance niente male per una tecnologia che molti continuano a pensare "bambina", più una speranza che una risorsa. "Il fotovoltaico – ribatte invece Setti – è una tecnologia matura, così matura e affidabile da essere utilizzata nelle  stazioni spaziali".

Tornando sul pianeta terra, i numeri rimangono però marginali. Pur avendo un ritmo di crescita elevatissimo – circa il 40% annuo – il fotovoltaico è destinato a coprire nel 2030 solo 1/1000 del fabbisogno di energia mondiale. "Non è un problema tecnologico, ma di gestione e programmazione", riflette Setti. Le cifre infatti cambierebbero poco anche se all’attuale rendimento dei pannelli – 16-18% - sostituissimo il rendimento massimo prospettabile con il silicio (40%) o introducessimo la riduzione dei costi ipotizzabile con i nuovi materiali plastici sperimentati dall’equipe di Setti. "Il problema vero – prosegue il docente – è che il fotovoltaico continua a essere percepito come un investimento che deve essere rapidamente ammortizzato per poi generare utile. I 19 mila euro necessari per un impianto fotovoltaico domestico dovrebbero essere invece letti come una spesa normale, come i 23 mila euro che, tra istallazione e consumi, si spendono in 20 anni per il mantenimento di una normale caldaia a gas".

Per convincere i cittadini non resta altro che dare il buon esempio. Il Dipartimento di Chimica Industriale e dei Materiali ci sta provando con il progetto "Condominio Fotovoltaico" in fase di avvio a Castenaso. Il paese emiliano vanta circa 13.000 abitanti che annualmente consumano 20 milioni di kWh di energia elettrica per un costo di 3,4 milioni di euro. Soldi questi ultimi che finiscono in gran parte all’estero per l’acquisto di combustibili fossili. Perché non provare a tenerseli in casa sfruttando il sole? C’è un problema pratico: occorrono 100 mila mq di pannelli ed è ostico pensare di collocarli sui tetti dei privati, perché non ce ne sono a sufficienza per arrivare ai 5 mila che servirebbero. Però Castenaso è in Italia e l’Italia è il paese della piccola e media impresa: ci sono quindi migliaia di mq di capannoni pronti all’uso. A Castenaso ci sono circa 1 milione di mq di tetti industriali. Da qui l’idea di costruire grandi impianti in multiproprietà di cui i cittadini potrebbero acquistare i 20 mq necessari per il loro fabbisogno. Castenaso imboccherà questa strada avviando, sopra il nuovo parcheggio pluripiano del Centro Nova, la costruzione di un impianto da 300 kWp che produrrà circa 300.000 kWh all’anno coprendo il 15% del fabbisogno della sola amministrazione comunale. Il cui indotto è anche da valutare in termini occupazionali: infatti, in Germania, per ogni MW di potenza installata hanno calcolato almeno 20 persone nuove impiegate.

Le occasioni per approfondire la propria conoscenza del fotovoltaico non mancano. Proprio all’energia solare, è dedicato l’ultimo articolo di Scienzagiovane, il sito di divulgazione scientifica dell’Università di Bologna.

"Il mondo solare esiste – conclude Setti – anche se per ora è una mentalità da costruire. Non la vedremo noi, ma il sole è l’unica alternativa per pensare ai figli dei nostri figli".