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Chirurgia maxillo-facciale: accordo tra Università di Bologna e Accademia Post Universitaria Bielorussa

L’accordo dalla durata triennale prevede una collaborazione per l’aggiornamento professionale dei medici bielorussi e la realizzazione in Italia degli interventi più delicati.
Dentista

La Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna collaborerà con l’Accademia Post Universitaria Bielorussa per la formazione e l’aggiornamento del personale medico specializzato nel settore di chirurgia maxillo-facciale. L’accordo, favorito dalla Fondazione italiana "Aiutiamoli a vivere", è stato firmato martedì 6 giugno alla presenza della Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, prof.ssa Maria Paola Landini, al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, dott. Augusto Cavina, al prof. Claudio Marchetti, del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche, e del prof. Gennady Khulup, Rettore dell’Accademia Medica Post universitaria Bielorussa.

La collaborazione dalla durata triennale riguarda l’Unità Operativa di chirurgia orale e maxillo-facciale del Policlinico Sant’Orsola diretta dal prof. Claudio Marchetti, che illustra le tre attività contemplate nell’accordo: "In primo luogo – spiega il docente – i medici bielorussi potranno perfezionarsi per periodi di alcuni mesi presso la nostra struttura e in seconda battuta i chirurghi del Sant’Orsola si recheranno periodicamente in Bielorussia per fare tutoraggio durante le prime applicazioni delle tecniche acquisite a Bologna. In via eccezionale, infine, i pazienti più gravi, come per esempio i bambini affetti dalla sindrome di Crouzon, che richiede interventi con la presenza del neurologo e del rianimatore, saranno curati direttamente in Italia".

La collaborazione è chiamata a risolvere problemi di salute che in Bielorussia colpiscono più di trecento bambini ogni anno. Stando alle statistiche disponibili, infatti, circa 3,4 bambini su mille nascono con malformazioni maxillo-facciali congenite e questo numero è in crescita tendenziale nelle zone ecologicamente a rischio. Molte di queste patologie richiedono più interventi sia di natura ortodontica che chirurgica, ma nel paese mancano le competenze per garantire ai pazienti un adeguato trattamento sanitario: "Per noi – riflette Marchetti – è una sfida stimolante: a Bielorussi, che non hanno una scuola medica e chirurgica, portiamo la nostra esperienza di anni sulle malformazioni maxillo-facciali congenite. Noi interveniamo sia a livello chirurgico che ortodontico su bambini che nascono e crescono con asimmetrie del volto e con deficit o eccessi nello sviluppo della mandibola".

L’accordo, che coinvolge anche i chirurghi dell’Ospedale San Paolo di Milano, è finanziato dalla Fondazione "Aiutiamoli a vivere", che copre i costi delle attività formative, e dai rapporti economici tra Italia e Bielorussia, titolari di un precedente accordo a cui saranno ricondotte le spese per i trattamenti medici eccezionali realizzati in Italia a pazienti bielorussi.