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Facoltà di Scienze

La Facoltà di Scienze partecipa, con altri atenei italiani, a un progetto scientifico-celebrativo dedicato allo studioso inglese, che coinvolge i "Velisti per caso" della trasmissione di Rai3. E premia 10 studenti delle Specialistiche che avranno occasione di studiare e viaggiare su Adriatica.
La barca a vela Adriatica

Charles Darwin ci ha messo 5 anni a circumnavigare l’America del Sud. Sulle sue tracce, ma con sei mesi di tempo a disposizione, partirà il "velista per caso" Patrizio Roversi che, con tutta la banda al completo (Siusy Blayi, David Riondino e Marco Schiavina e Mario Tozzi) a bordo di Adriatica, ripercorrerà alcune tappe del percorso darwiniano sul brigantino Beagle. E Roversi, anzi il dottor Roversi (dottore anche lui all’Alma Mater, "da 4 anni, con 24 anni di fuori corso"), sente già di avere qualcosa in comune con Darwin, "nato quasi duecento anni fa sotto il segno dell’acquario". Ad "incominciare dal mal di mare", s’intende. Eppure alla partenza di questa "avventura appassionante" lo studioso non era poi così convinto. Sì perché era un "ragazzetto un po’ testone", che sognava una vita tranquilla da curato di campagna ad osservare le farfalle. Ma le cose andarono diversamente complici anche quelle isole Galapagos da cui iniziò quella storia. E da cui prende il via anche questa.

Le Università di Bologna, Padova, Milano Bicocca, Ferrara, Siena e Roma Tor Vergata in collaborazione con lo staff di "Velisti per caso" (http://www.velistipercaso.it/) stanno infatti organizzando una missione nell’emisfero rovesciato. Lo scopo? "Studiare la sopravvivenza della specie umana", come dice in sintesi Siusy Blady, presente anche lei con Roversi assieme al preside Lorenzo Donatiello e ai coordinatori dei diversi progetti, alla presentazione dell’iniziativa. Mentre studenti e docenti faranno tappa, da dicembre a maggio, nei luoghi darwiniani per studi e ricerche, lo staff della trasmissione seguirà e registrerà tutto, per poi trarne una serie di puntate che andranno in onda nell’estate del 2007.

Cinque gli ambiti di studio a cui partecipa l’Alma Mater, con altrettanti progetti che afferiscono a diversi ambiti del sapere. Prima tappa alle Galapagos dunque. E qui la parola agli zoologi, con un progetto sull’evoluzione degli organismi marini."Le acque che circondano le Galapagos – spiega Marco Passamonti - ospitano circa 3000 specie marine animali e vegetali. In queste acque è facile osservare squali, tartarughe marine, leoni marini e 306 specie di pesci, di cui il 25% endemici dell’arcipelago. Lo scopo della parte didattica di cui mi occuperò – conclude - è di ripercorrere le osservazioni naturalistiche di Darwin partendo dagli organismi marini e di discutere con esempi reali gli effetti dell’evoluzione anche in mare". Sempre alle Galapagos l’altro studio, promosso questa volta dal biologo marino Marco Abbiati, sul valore delle biodiversità.

Poi la palla passa agli antropologi. Il Perù è la meta di questa parte del viaggio. E qui rispetto ai tempi di Darwin sono cambiate parecchie cose: "Dall’osservazione delle biodiversità si è passati alla ricerca delle cause – spiega Davide Pettener – in particolare attraverso lo studio del DNA". Terreno di indagine degli antropologi che si fermeranno 20 giorni, la tappa più lunga di tutto l’itinerario saranno le etnie di alta quota del lago Titicaca, gli Inca e, passando per Machu Pichu, la comunità degli Yanesha in Amazzonia.

Il quarto progetto bolognese farà sosta nel deserto dell’Atacama. Questa volta la proiezione è addirittura al futuro. "Gli astrofisici –spiega Loretta Gregorini – visiteranno Alma, un radiotelescopio con 50 antenne di 12 metri di diametro ciascuna, che permetterà di osservare nelle bande millimetriche e sub-millimetriche, nelle quali possono essere rilevate sia le emissioni dovute alle molecole contenute nel mezzo interstellare e circumstellare, che l’emissione dovuta alla polvere fredda  presente nello spazio. Lo strumento, ancora in costruzione, è nato dalla collaborazione di Stati Uniti, Giappone e Europa, e permetterà agli studiosi di provare a dare risposta a molti interrogativi che stanno un passo dietro a quelli che si pose Darwin, ovvero quanto è comune la vita nell’universo e da dove ha origine".

Infine l’ultima tappa bolognese sarà quella a Valparaiso, dove protagonisti saranno i geofisici. In particolare qui il gruppo di studiosi, capitanati da Stefano Tinti, potrà approfondire lo studio dei maremoti, gli tsunami. Anche Darwin nel corso dei suo viaggio fu testimone di uno di questi eventi, di magnitudo 8.5 e a Valparaiso si trova un centro operativo che è inserito nel sistema d'allarme per il Pacifico, con sede alle Hawaii. La tappa si svolgerà nella seconda metà di gennaio 2007 e avrà l'obiettivo di studiare i metodi che vengono adottati per lo studio del rischio associato a terremoti e maremoti in Cile, che è uno dei paesi dell'Oceano Pacifico che ha la più lunga esperienza nel campo.

Per partecipare alle borse di studio gli studenti devono presentare domanda seguendo le indicazioni presenti sul sito di Facoltà. (http://www.scienze.unibo.it/). In ottobre la selezione delle candidature e a fine mese, al Festival della Scienza di Genova, la presentazione ufficiale del team completo che effettuerà la missione.