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Da persona a persona, quell’interculturalismo che fa a meno degli stati

Ospite del Comitato Pari Opportunità dell’Università di Bologna Kalpana Das, la studiosa indo-canadese che ha elaborato una linea alternativa di interculturalità. La sua voce è già arrivata a studenti e personale dell’Alma Mater.
Kalpana Das

"Esistono due tipi di interculturalismo", spiega Kalpana Das, la studiosa di origine indiana trapiantata in Canada che il Comitato Pari Opportunità dell’Università di Bologna ha invitato a parlare lo scorso venerdì. "C’è un filone principale – spiega Das, direttrice dell’Istituto Interculturale di Montreal – che è fortemente legato a una dimensione statale: cerca di dare supporto alle istituzioni, quelle educative per esempio, inserendo professionisti che facilitino l’integrazione della minoranza culturale all’interno della cultura dominante. Al mio Centro tentiamo invece di portare avanti un interculturalismo alternativo. Il nostro interculturalismo guarda alle persone e non agli Stati. Per noi ogni cultura ha tutte le caratteristiche per sopravvivere e ci interroghiamo, alla luce del contesto dove vivono le persone, sulle modalità migliori per valorizzare le reciproche specificità, per esempio a livello di tutela sanitaria".

Kalpana Das è un nome noto all’Università di Bologna perché da tre anni collabora con Arrigo Chieregatti, psicologo e docente di pedagogia. Chieregatti, che co-dirige l’edizione italiana della rivista INTERculture creata dal Centro di Kalpana Das, vive sulla propria persona la differenza tra l’interculturalismo accademico e quello sostenuto dalla sua collega indo-canadese: "Le grandi istituzioni, come l’Università e la Chiesa, - dice – sono per vocazione portate a studiare i fenomeni di interculturalismo come un oggetto. Prima di parlare di qualcuno occorrerebbe invece essere coinvolti nella cultura dell’altro e confrontarsi con lui anche se numericamente è una minoranza. A noi non interessa intaccare l’istituzione ma far sì che questa ascolti anche le voci dei pochi, intendendo non solo le minoranze culturali ma anche quelle tecnologiche. Che valore e che voce hanno per esempio le persone che non sanno utilizzare bene il computer?".

Le tesi di Arrigo Chieregatti e Kalpana Das hanno già toccato gli studenti. E’ accaduto al corso di studi di genere di Rita Monticelli, che ha scelto di introdurre a lezione "modi diversi, alternativi e diversificati di parlare di interculturalismo". Chieregatti ha inoltre tenuto lezione all’interno del corso "Pari opportunità e interculturalità", che il Comitato Pari Opportunità ha recentemente realizzato per i dipendenti dell’Università di Bologna, a partire dai dirigenti e vice-dirigenti tecnici-amministrativi e dai presidi di Facoltà e direttori di istituto e dipartimento. "Ci hanno già chiesto ulteriori interventi sul tema", racconta ancora Monticelli, membro del Comitato. "Continueremo sicuramente a parlarne nel corso in programma per la prossima primavera. Presto arriverà anche un libro. "Uno strumento per chi ci succederà nel Comitato", conclude Monticelli, "e, ci auspichiamo, per chi si occupa di Pari Opportunità sia all’interno dell’Università che in altri ambiti".