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Francesco Paola ed Elio Veltri: "Il conflitto di interessi non è solo Berlusconi"

Presentato in Aula Prodi il saggio di Elio Veltri e Francesco Paola sul conflitto di interessi. Un’analisi non solo della politica, ma anche dell’economia, dell’industria e dell’informazione.
Uomini d'affari

"Vorrei che di questo libro si parlasse nei supermercati e nei bar" ha detto Francesco Paola presentando Il governo dei conflitti, il manifesto contro i conflitti di interesse scritto a quattro mani con Elio Veltri (Longanesi, 2006). I più maligni potrebbero vedere in questa affermazione un certo interesse dell’autore ad accrescere le vendite del saggio, ma la speranza dichiarata da Paola è un’altra: "Il governo dei conflitti non è né un libro di storia, né un’inchiesta giornalistica. Di scandali si parla, ma solo per dare una chiave di lettura su una democrazia che dà sempre meno possibilità di partecipazione, è sempre più corporativa e sempre più neo-medioevale. La nostra chiave di lettura suggerisce che c’è un filo rosso che unisce il precariato agli scandali del calcio, i crack bancari al monopolio dei media: e questo filo rosso per noi è il conflitto di interessi. Un male che per essere sconfitto necessita di tante teste pensanti, ribelli rispetto a una politica incapace di garantire le pari opportunità".

Con Francesco Paola c’erano l’altro autore, Elio Veltri, il curatore della prefazione, Augusto Barbera, e il politologo Gianfranco Pasquino. Tutti hanno parlato almeno una volta di Berlusconi, ma tutti hanno ribadito che il libro è un manifesto contro il conflitto di interessi in generale. Veltri, per esempio, ha puntato l’indice contro i trust rilevabili lungo tutta la filiera dei prodotti farmaceutici, dalla grande industria fino alle autorità di controllo: "Le stime dicono che in America il conflitto di interessi nel settore farmaceutico causa 100mila morti all’anno".

Dalla lista dei cattivi non è rimasto escluso neppure l’attuale esecutivo: "Il 24% del governo Prodi – ha detto ancora Veltri – è soggetto a conflitto di interessi". "E poi ci sono il duopolio Rai-Mediaset, l’occupazione partitica della Rai, la vigilanza sul sistema bancario e le società di revisione dei conti. Tutti esempi che dicono che il conflitto di interessi non è solo Berlusconi", ha sottolineato Barbera.

Nel dibattito si è anche parlato delle possibili soluzioni. Due le ipotesi paventate: l’ineleggibilità e l’incompatibilità delle cariche. Anche se per Veltri la cura vera è solo una: "La costituzionalizzazione del problema, perché altrimenti continuerà ad agire contro il conflitto di interessi solo la magistratura e solo quando, a seguito del conflitto di interessi, siano stati altri reati punibili per legge".

Dubbi, infine, anche sull’autorità che dovrebbe supervisionare l’applicazione delle norme antitrust. "Io non so chi debba governare il conflitto d’interessi – ha concluso Pasquino – ma so in compenso che il conflitto di interessi non deve tornare al governo".