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Arriva la rivista "salva-tempo" per i professionisti del nonprofit

Il Centro studi sulla filantropia lancia una nuova rivista che raccoglie per ogni numero 8-12 riassunti delle migliori pubblicazioni sul nonprofit e il fund raising.
Pila di libri

"Leggiamo continuamente libri e ne ricaviamo delle schede per la nostra attività di ricerca. Perché, ci siamo detti, non mettere i nostri semi-lavorati a disposizione dei professionisti del non-profit?". Valerio Melandri, docente alla Facoltà di Economia di Forlì, riassume così l’idea che ha dato il via alla nuova iniziativa editoriale del Centro studi sulla filantropia dell’Università di Bologna. La rivista, intitolata Il meglio del nonprofit, ospita una serie di riassunti (8-12 a numero) dei migliori testi sul nonprofit e il fundraising pubblicati a livello nazionale e internazionale. Pensata come salva-tempo per tutti coloro che corrono troppo per inseguire personalmente le novità nella letteratura di settore, Il meglio del nonprofit può essere acquistata sia nella versione cartacea che in quella elettronica, con la possibilità anche di acquistare singolarmente un solo riassunto.

L’utilizzo massiccio del web è una scelta strategica. "C’è un problema – spiega Melandri -: il mondo del lavoro è spesso lontano dall’accademia. Il web è un modo per avvicinarsi senza sminuire la qualità della ricerca, un canale utile per invogliare alla lettura". E creare così un ponte con le tematiche studiate dal Centro di ricerca sulla filantropia, che ha analizzato l’efficacia di strumenti per il fund raising come il bilancio sociale e il direct mailing, oltre ad aver studiato l’identità dei grandi donatori e le motivazioni dei loro investimenti.

La rivista è poi un modo per conoscere le nuove tendenze in un settore in crescita. Le relazioni con il cliente tipiche del mondo del nonprofit stanno infatti diventando la regola anche nel business tradizionale. "Un po’ ovunque – riflette Melandri – il cliente sta diventando un amico di lunga data. E’ evidente in alcune azioni recentemente portate avanti da grandi gruppi. Nel nuovo manuale consegne della Ups, per esempio, è specificato che l’operatore deve impiegare almeno, e sottolineo l’almeno, cinquanta secondi per consegnare il pacco. Significa che l’obiettivo dell’Ups non è più solo la consegna rapida, ma la costruzione di un buon ricordo nella mente del cliente".

E, sulla strada dell’Ups, si sono già avviati in molti. "Nell’ultima campagna della Revlon – racconta Melandri – l’azienda afferma di non vendere rossetti ma speranze. E così la Black and Decker che ai propri partner ha dichiarato di vendere buchi, non trapani". "E’ segno – conclude il docente – che il valore fondante è sempre di più l’esperienza del cliente".