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Paesaggio, l’unica risorsa non delocalizzabile per il futuro

Il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta ha inaugurato l’anno accademico dei corsi di laurea in geografia. Monito alla difesa del paesaggio: elemento di identità e risorsa economica per il futuro.
Il segnale di Stop scritto sulla strada

L’edificato nella provincia di Ravenna è cresciuto del 40% dal 1994 al 2001. "E’ un dato sconvolgente se si pensa che nello stesso periodo non sono cresciuti né la popolazione né il Pil", attacca Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente. "Mi chiedo una cosa. Quando non c’è un bisogno sociale, quando non c’è una crescita generale della ricchezza, che senso ha consumare il territorio a questi ritmi? Che senso ha consumarlo se non produce ricchezza? Che senso ha consumarlo, quando il paesaggio è una delle poche risorse che non può essere delocalizzata? E’ solo una speculazione che arricchisce chi costruisce quelle case".

Roberto Della Seta si rivolge agli studenti del corso di laurea in geografia dell’Università di Bologna. E’ ospite dell’inaugurazione dell’anno accademico assieme ai sindaci di Cervia, Fusignano e Verrucchio. Un modo per avvicinare subito i futuri geografia ai problemi veri: quelli di tre piccole amministrazioni – una di riviera, una di pianura e una di collina – che raccolgono un po’ tutte le problematiche riscontrabili a livello nazionale. "E’ un modo per parlare del paesaggio – spiega la prof.ssa Carla Giovannini, docente di geografia e organizzatrice dell’incontro – perché il paesaggio è in continua evoluzione e ognuno contribuisce al paesaggio del futuro".

"Per iniziare – esordisce Della Seta – è importante capire qual è la nozione di paesaggio che dobbiamo tutelare in Italia. Il paesaggio in Italia è un prodotto culturale. E’ fondamentale iniziare da qui per scongiurare l’errore di tanti ambientalisti, che vorrebbero difendere l’ambiente qui come lo si difenderebbe all’equatore".

"Altrettanto – dice però il presidente di Legambiente – l’amministrazione non può continuare a essere economicamente miope nell’assecondare i processi di omologazione del paesaggio. Questi ultimi anni ci hanno fatto capire che non è l’omologazione alle idee vincenti la carta del successo. E’ esattamente il contrario. Tanto più ci si globalizza, tanto più si ha l’interesse a valorizzare le proprie specificità". L’esempio che Della Seta fa riguarda la concorrenza tra Londra e Francoforte per il mercato borsistico europeo. Francoforte dieci anni fa sembrava l’unica candidata a diventare la Wall Street dell’Unione Europea. Più servizi, più collegamenti, maggiore ricettività. Invece ha vinto Londra, contro ogni pronostico degli analisti. "La ragione è semplice: a Londra si vive meglio".

"Oggi – conclude Della Seta – è difficile pensare di rinatulizzare le coste romagnole. Ma oggi possiamo lavorare per non ripetere lo stesso errore nell’entroterra. Se ciò non accade, non perderemo solo una parte della nostra identità, ma anche una parte del nostro futuro".