Era il 27 novembre 1895. Alfred Nobel, l’inventore della dinamite, redigeva il suo testamento definitivo con cui destinava quasi tutte le sue proprietà alla creazione di una fondazione. I proventi avrebbero dovuto essere conferiti annualmente come premio a coloro i quali, nel corso dell'anno precedente, avessero reso all'umanità il miglior servizio nei campi della Fisica, Chimica, Fisiologia, Medicina, Letteratura e Pace. L’anno successivo Nobel moriva nella sua Villa di San Remo. E nasceva il premio che porta appunto il suo nome.
Nel 1906 fu il poeta Giosuè Carducci, gloria della città e dell’università, ad essere insignito del Nobel per la Letteratura. Proprio dal ricordo di questa significativa ricorrenza partiranno le celebrazioni dell’anno carducciano che hanno avuto "un’anticipazione nella prolusione del prof. Emilio Pasquini all’inaugurazione dell’anno accademico, dedicata appunto a Carducci", ha ricordato il Rettore Calzolari, intervenuto assieme all’Assessore alla Cultura Angelo Guglielmi alla presentazione dell’iniziativa.
L’incontro in Aula Absidale (via de’ Chiari 25) prevede diversi interventi. Alla professoressa Raffaelle Simili, della Facoltà di Lettere e Filosofia, il compito di presentare sia la figura di Nobel che degli altri italiani che nei primi dieci anni del Novecento fecero una sorta di "en-plein" di premi (Golgi per la Medicina, Moneta per la pace, Marconi per le radiocomunicazioni). L’intervento di Simili si soffermerà anche sui retroscena che portarono alla scelta di Carducci.
"La manifestazione Carducci Nobel – ha voluto sottolineare la professoressa, dando qualche anticipazione di quello che sarà il suo intervento – vuole festeggiare una cultura internazionale che ha sempre visto l’Alma Mater in prima linea". Un carattere internazionale che si rispecchia anche nella natura della manifestazione bolognese, la quale, oltre ad avere ricevuto la partecipazione e gli auguri delle accademie svedesi, prevede la presenza del prof. Enrico Tiozzo, docente di italiano a Goteborg e membro del comitato del Nobel. Tema del suo intervento sarà quello di illustrare perché Carducci "ebbe la meglio" su Ibsen e Tolstoj.
La terza lezione magistrale sarà affidata invece a Claudio Magris. Al docente e saggista, che insegna all’Università di Trieste, il compito di rendere omaggio al poeta prendendo spunto dal suo Inno a Satana e facendo collegamenti con il Faust di Goethe. I tre interventi saranno intervallati dalle letture di tre testi carducciani (A Satana, Elegia del Montespluga, e Fuori alla Certosa di Bologna) interpretati dell’attore Raul Grassilli e introdotti dal prof. Marco Antonio Bazzocchi.
L’incontro fa parte di una serie di manifestazioni che Università e Comune promuoveranno insieme nel corso del 2007, tra cui un convegno internazionale a primavera organizzato dal Dipartimento di Italianistica (in particolare dai professori Emilio Pasquini, Gian Mario Anselmi e Niva Lorenzini) e una mostra in autunno, curata da Marco Bazzochi e Simonetta Santucci.