Prosegue il dibattito attorno al libro di Corrado Augias e Mauro Pesce Inchiesta su Gesù (Mondadori, 2006). I commenti hanno occupato le pagine di Civiltà Cattolica, de L’Avvenire e di Repubblica, e, sul proprio blog, il prof. Pesce, docente di Storia del cristianesimo all’Università di Bologna, ha pubblicato una lunga replica alle accuse ricevute da una parte del mondo cattolico.
Il libro che alimenta tutta questa polemica è una lunga intervista. Il giornalista Augias fa le domande e il biblista Pesce dà le risposte. Augias ha inoltre scritto un’introduzione, una post fazione e un cappello introduttivo a ogni capitolo illustrando l’origine delle sue domande. E Pesce ha aggiunto a sua volta una post fazione dedicata al rapporto tra fede e ricerca storica. Tutti questi sforzi nascono da un obiettivo comune ai due autori: comunicare al pubblico le conoscenze che la ricerca scientifica ha maturato sulla figura storica di Gesù. "E’ possibile – si chiede Augias – sapere chi era l’uomo che circa duemila anni fa percorse la terra d’Israele, parlò alle folle, guarì gli ammalati, lanciò un messaggio che mai prima d’allora era stato concepito e finì straziato su un patibolo infame?". A queste domande prova dà risposta Mauro Pesce: "Per decenni – dice – ho scritto opere tematiche di esegesi, su San Paolo, sui Vangeli e sulle origini cristiane, e ho voluto provare a esporre pubblicamente alcune delle opinioni scientifiche dibattute oggi, mostrando su ogni argomento le diverse prospettive che si fronteggiano nelle università e nelle associazioni scientifiche dei biblisti".
Quali, prof. Pesce, sono i temi che lei è Augias toccate più approfonditamente nel volume?
"Le questioni principali che affrontiamo in Inchiesta su Gesù sono quattro. Quattro domande in particolare. Primo. Gesù era un cristiano o invece era un ebreo che è rimasto sempre tale e non mai voluto fondare una nuova religione? E se il cristianesimo è nato dopo la sua morte, quando e perché si è formato e in che misura gli è fedele? Se Gesù era un ebreo la nostra civiltà occidentale ha alla sua base anche l’ebraismo o solo il cristianesimo?
Secondo. Gesù era convinto che l’avvento del Regno di Dio fosse imminente? Pensava davvero che avrebbe posto fine alle ingiustizie, portato la salute ai malati e la liberazione ai poveri e agli schiavi? Oppure attendeva solo la risurrezione ed era portatore di un messaggio di salvezza ultraterrena?
Terzo. La responsabilità della morte di Gesù fu dei Romani che lo giustiziarono con la pena romana della crocifissione oppure fu prevalentemente degli ebrei?
E infine, quarto. I Vangeli canonici (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) datano all’incirca tra il 70 e il 100 dopo Cristo? Oppure a scriverli furono dei testimoni oculari? Le loro informazioni sempre sono esatte? Oppure a volte si contraddicono? Per sapere chi fu realmente Gesù è necessario utilizzare anche fonti non canoniche come la Didachè, l’Ascensione di Isaia, il Vangelo di Pietro, ecc.? Oppure devono bastare i quattro Vangeli canonici e le lettere di Paolo? E ancora. Gesù era un celibe come vuole la tradizione o invece era sposato o addirittura gay come vorrebbe tutto un filone di film e romanzi torbidi?".
Ma, per concludere, perché proprio adesso ha deciso di confrontarsi su questi temi in un volume destinato al grande pubblico?
"La ragione è duplice. La prima è l’enorme mole di ricerca prodotta negli ultimi vent’anni. La riscoperta di documenti ebraici e cristiani antichi, avvenuta negli ultimi anni sessanta, ha posto sotto nuova luce i Vangeli canonici ed era giusto comunicare anche al grande pubblico gli echi di un dibattito che aveva coinvolto atenei europei e americani. C’è poi una ragione legata all’attualità. Tanto più le religioni e le fedi corrono il rischio di contrapporsi violentemente le une alle altre, tanto più è urgente un dibattito sulle religioni che prescinda dalle fedi. Gli specialisti debbono poter esprimere le loro ipotesi senza condanne, a proposito di ogni credo religioso".