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copertina libro

I veleni dell’aria

Autore: Luciano Forlani

Editore: Clueb

Prezzo: 10,50 Euro

Il nuovo libro di Luciano Forlani su inquinamento cittadino, conoscenza chimica e responsabilità civile. Come la chimica e nuovi comportamenti responsabili ci salveranno dai rischi dell’aria metropolitana.
"Una ragionevole definizione di inquinante è quella di una sostanza presente in concentrazione maggiore rispetto a quella naturale, che derivi da attività umane e che sia nociva per l’ambiente, al punto da mettere in pericolo la salute e l’esistenza stessa delle persone". Su ciò che produce una situazione di rischio del genere, e che comunemente chiamiamo "inquinamento atmosferico", riflette "I veleni dell’aria. Fonti di energia alternative" (Clueb), l’ultimo volume del prof. Luciano Forlani, docente di Chimica organica presso la facoltà di Chimica industriale dell’Università di Bologna.

Il libro passa in rassegna le ragioni e le cause dell’inquinamento cittadino e non solo: comportamenti personali indifferenti ai temi dell’ambiente, scarsa cultura chimica, poca ed inesatta informazione scientifica sui media e nelle scuole, mancanza di sensibilità e progettualità politica in materia di inquinamento e tutela ambientale. Su questo versante, l’autore trova sbagliato e inadeguato l’atteggiamento consueto delle amministrazioni locali che affrontano questi temi come emergenze temporanee a cui far corrispondere soluzioni temporanee. I blocchi del traffico sono necessari, ovviamente, ma i problemi si risolvono aggredendone la radice, le premesse e non gli effetti ultimi.

Per questa ragione occorre lo studio e la ricerca chimica: l’analisi e la conoscenza degli elementi inquinanti (polveri, benzene, monossido di carbonio), della loro produzione e concentrazione nell’aria diventano essenziali per una politica ambientale seria e strutturata. Allo stesso tempo, non può essere elusa la questione della produzione energetica. In questo campo, il nostro Paese vive una situazione difficile, preso com’è tra una forte domanda di energia e la necessità di acquistarla per la maggior parte dall’estero sotto forma di energia fossile (petrolio e carbone). Eppure l’energia pulita e rinnovabile esiste: certo, le tecnologie disponibili non sono ancora in grado di sostituirle alle forme tradizionali, ma un loro uso integrato (energia solare, eolica, biomassa) potrebbe sensibilmente ridurre l’importanza delle prime. Il punto è un altro, sottolinea il prof. Forlani: "non c’è la volontà di produrre l’energia pulita e rinnovabile".

In attesa che quest’opzione diventi non più ignorabile e che se ne comprenda la necessità (il carbone e il petrolio, un giorno o l’altro finiranno), è possibile rivolgersi ad una risorsa che "ha davanti molto spazio: il risparmio". Solo comportamenti responsabili e informati, eticamente e politicamente accettabili in materia di ambiente e tutela della salute dei cittadini, potranno salvarci. Ed evitarci il curioso ossimoro per cui, tra le strade delle nostre città, il rischio maggiore che correremo sarà respirare.