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Le pietre raccontano Bologna

Università, Comune e Regione hanno promosso la realizzazione della guida "Le Pietre di Bologna. Litologia di una città": un viaggio attraverso il centro cittadino guidato dalle pietre più antiche e storicamente significative
Decorazione Chiesa dei Ss. Vitale e Agricola

Le pietre restano. Levigate dalla forza degli elmenti, scalfite dall'opera dell'uomo, trasportate, sommate, abbattute e nuovamente utilizzate. Per costruire case, chiese, piazze, strade, ma anche per cerare immagini, per decorare faccate e pareti. Le pietre attraversano secoli, resistono nei millenni. Raccontano storie e raccontano la Storia. Ascoltarle permette di viaggiare nel tempo e nello spazio e rivivere con loro, attraverso loro, ciò che è stato.

E a Bologna le pietre a cui prestare ascolto certo non mancano, nascoste nelle cripte o educatamente ordinate a formare i palazzi antichi. Di nascita locale o di provenienza extracontinentale, risalenti all'epoca romana o portate in città per riparare alle distruzioni dell'ultima guerra. Non resta che trovarle, dunque, catalogarle e magari organizzarle logicamente in una serie di percorsi storico-geografici che possano essere seguiti con in mano una cartina della città.

A realizzare tutto questo hanno pensato la Regione Emilia-Romagna assieme al Comune e all'Università di Bologna, promuovendo la creazione della guida "Le Pietre di Bologna. Litologia di una città". Una dettagliata cartina del centro storico di Bologna, in scala 1:3500 che individua e cataloga tutte le pietre storiche della città, corredata da foto delle emergenze più notevoli. Sul retro trova posto l'illustrazione, attraverso testo e immagini, di quattro itinerari storici, guidati dalle pietre che compongono chiese, strade, portici e palazzi. E c'è spazio anche per raccontare qualcosa sulla natura di questi materiali: arenarie, selenite, marmo, pietra d'Istria, porfido, travertino, granito e non solo.

"Questa carta tematica è un mezzo e non un fine", spiega il Prof. Marco del Monte, geologo, ricercatore e docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali dell'Università di Bologna. "Attraverso essa è possibile compiere un percorso sia nel tempo che nello spazio. Nel tempo perché le pietre individuate risalgono a tutte le epoche storiche che la città ha attraversato: etruschi, romani, goti, bizantini, longobardi e così via fino ad arrivare al secolo scorso. E nello spazio sia perché le pietre sono responsabili della creazione della viablità stradale, sia perché alcune pietre arrivano a Bologna da molto lontano: abbiamo trovato pietre provenienti dalla Turchia, ma anche dal deserto egiziano o dalla Libia. Questi materiali, allora, ci aiutano non solo a parlare della storia di Bologna, ma anche della storia dell'Europa".

Uno strumento che permette di guardare Bologna sotto un'ottica originale e allo stesso tempo innovativa. "Attraverso questo progetto", sottolinea Marioluigi Bruschini, Assessore Regionale alla Difesa del suolo, della costa e protezione civile, "andiamo a leggere attraverso le pietre l'evolversi del tessuto urbanistico della città. E' una novità assoluta. E' un'iniziativa, inoltre, che porta nuovi argomenti nella battaglia per il superamento dello iato tra cultura scientifica e cultura umanistica: il sapere scientifico contribuisce a formare una conoscenza sempre più approfondita del territorio urbano".

"Questa guida, poi", dice ancora Marco del Monte, "può essere facilmente trasformata in una carta della risposta ambientale, uno strumento che mette in evidenza lo stato di conservazione dei monumenti e segnala quelle che sono le situazioni di emergenza che necessitano di interventi di recupero".

Cartina in mano, allora, e occhi impegnati ad esplorare facciate, colonne, statue, selciati. Dal cotto della Basilica di Santo Stefano, all'arenaria della Fontana Vecchia di Via Ugo Bassi, alla pietra d'Istria della Basilica di San Petronio. E ancora San Francesco, Santa Maria dei Servi, Porta Maggiore, l'Archiginnasio, ma anche tesori meno visibili e conosciuti, come i blocchi di selenite che, nel cortile di Casa Conoscenti, in Via Manzoni n. 6, sono ritenuti gli unici resti intatti della prima cerchia di mura della città, risalenti al IV-V secolo.

Le parole di Federico Zeri che l'Assessore comunale al commercio e turismo Maria Cristina Santandrea cita presentando la guida sembrano insomma quanto mai pertinenti e significative: "Ciascuno di noi vede ciò che sa".

"Le Pietre di Bologna. Litologia di una città" sarà stampata in 25.000 copie in lingua italiana, mentre 5.000 copie saranno in inglese. La guida verrà distribuita gratuitamente nelle scuole e sarà da aprile in vendita nelle librerie al prezzo di 5 euro.