Logo d'ateneo Unibo Magazine
Home Archivio Alma Mater e Volvo Auto Italia: storia di una partnership

Alma Mater e Volvo Auto Italia: storia di una partnership

Ad un anno e mezzo dalla firma dell’accordo triennale, Roberto Lonardi, responsabile Pubbliche relazioni di Volvo, traccia un primo bilancio. E racconta quanto è stato fatto nell’ambito della ricerca, della formazione e della cultura.
logo Volvo

Una partnership e non una sponsorizzazione. Un accordo nato dalla condivisione di valori: l’impegno per la cultura, la formazione e la ricerca. Lo puntualizza subito Roberto Lonardi, responsabile Pubbliche relazioni di Volvo Italia, a cui abbiamo chiesto di raccontare questo primo anno e mezzo di progetti sviluppati e sostenuti grazie anche all’impegno economico della casa automobilistica.

"Il sostegno alla cultura e alla formazione fa parte delle linee guida di Volvo Italia – esordisce Lonardi -. Per capire quanto questo agire sia proprio di Volvo basta prendere ad esempio lo sport. Le sponsorizzazioni (questa volta sì sono sponsorizzazioni) che la casa automobilistica predilige sono quelle che non sono dirette tanto ai singoli atleti quanto alle intere categorie. E spesso si tratta di categorie giovanili".

Perché la scelta dell’Alma Mater? "Ci è parso naturale, essendo proprio qui a Bologna la nostra sede italiana, sostenere e collaborare con la nostra Università. Volvo Auto Italia vive e opera a Bologna, impiega cittadini bolognesi, ha tanti bolognesi come clienti. Ci è parso giusto investire nel patrimonio di questa città, anche in termini di risorse umane, per far crescere preparazione e competenza soprattutto nei giovani".

Guardandosi indietro si può già raccontare il cammino percorso. In ciascuna delle tre linee di azione della partnership sono stati realizzati progetti di successo e attività concrete. Per molti di essi si sta già lavorando alle "seconde edizioni".

Vero fulcro dell’attività di sostegno di Volvo è il progetto di mobilità sostenibile portato avanti con un gruppo di fisici guidati dal professor Bruno Giorgini. Mobilis è un modello fisico-matematico capace di studiare, descrivere e simulare la mobilità, messo a punto dal Gruppo di Fisica della Città, che fa parte del Dipartimento di Fisica dell’Università, che può vantare il modello in assoluto più avanzato in questo campo d’indagine.

"Fare macchine che inquinino di meno è un obiettivo importante per Volvo, come per altre case automobilistiche– spiega Lonardi –. Ma sostenere questo modello significa andare molto più in là. Significa pensare al ruolo stesso dell’automobile nei trasporti di domani". Volvo ha una sezione di Ricerca e Sviluppo a Goteborg, sede della casa madre. Qui si fanno studi sulla termodinamica, sulle performance dei motori. Si guarda all’auto nel breve e nel medio termine. Esiste poi un altro centro di ricerca avanzata che ha sede a Camarillo, vicino a Los Angeles. "Qui lavora un gruppo di progettisti, sociologi ed esperti a cui è affidato lo straordinario e affascinante compito di pensare a quello che sarà il dopo domani delle auto e, di conseguenza, a quale sarà il volto delle nostre città. Valutare scenari, vivibilità e, tanto per fare un esempio, pensare anche a quanto devono essere larghe e alte le auto per percorrere le strade, sostare nei parcheggi, muoversi lungo le direttrici extraurbane". Proprio con questo gruppo di ricerca saranno ipotizzabili dei contatti nel corso degli sviluppi futuri del progetto Mobilis.

Sempre a proposito di Mobilis, un convegno il prossimo 3 maggio sarà l’occasione per rendere pubblici gli avanzamenti eccezionali ad oggi fatti nella ricerca.

Accanto alla ricerca però anche grande interesse per la formazione e per la cultura. Anche qui le cose fatte sono concrete, si toccano. Un obiettivo raggiunto è quello dell’ingresso di Volvo nel Business Network di Alma Graduate School, ovvero nella rete di aziende e imprese (ad oggi una trentina) che  collaborano con la scuola per lo sviluppo di eventi, programmi e ricerche.

Poi c’è il sostegno alla cultura. Un contributo questo che si articola attraverso il finanziamento di una borsa di studio. "La neolaureata Valeria Nobilini che ha vinto la borsa quasi un anno fa, sta realizzando la propria formazione ed esperienza all’interno di Unibocultura. Questo le permette di entrare in contatto con le attività culturali promosse dall’ateneo a 360°".

Infine gli eventi. Qui il sostegno di Volvo è andato all’Alma Jazz Festival, la manifestazione che lo scorso anno ha portato in città le jazz band universitarie provenienti da tutta l’Europa. E quest’anno? "Siamo già al lavoro per organizzare un grande evento musicale". Ma questa è un’altra storia, che non è ancora giunto il tempo di raccontare.