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Replica del Rettore Calzolari al prof. Boschi

Il Rettore interviene in merito all'intervista del prof. Enzo Boschi comparsa oggi su un giornale cittadino.
Rettore Calzolari

Devo intervenire sulla intervista lasciata dal Professor Boschi ad un giornale cittadino per rettificare alcuni dati imprecisi e alcune valutazioni molto evidentemente discendenti da un pregiudizio negativo.

Comincio dalle responsabilità della difficile situazione nella quale si trovano gli Atenei italiani, ma preferisco far riferimento al caso di Bologna.

Il piano d’intervento che noi abbiamo presentato il 17 aprile scorso, non è un insieme di sensazioni, ma una serie organica di deduzioni e di programmi rigorosamente centrate sui numeri.

Il punto di partenza è che l’attuale situazione non si sarebbe verificata, almeno a Bologna, se non avessimo dovuto assorbire, nel nostro bilancio, incrementi di spesa che fino a qualche anno fa venivano ripianati correttamente con specifici interventi dal Ministero: è il caso, per esempio, degli incrementi annuali degli stipendi del personale.

L’altro elemento che è pesantemente intervenuto sulla finanza dell’Ateneo è la interruzione della operazione di riequilibrio finanziario tra le sedi, una operazione che era volta a riportare al livello del finanziamento standard previsto dal Ministero gli Atenei che, come quello di Bologna ne erano fortemente discosti. Pur in presenza di uno scostamento dal finanziamento standard superiore al 13%, questo nostro Ateneo è riuscito a mantenere  posizioni di eccellenza in campo nazionale, ma anche sulla scena europea.

Forse il professor Boschi non ricorda la comunicazione che nello scorso gennaio ho inviato, attraverso questo Magazine, a tutto il personale di Ateneo: in essa documentavo che la cifra venuta a mancare alla disponibilità dell’Ateneo si aggirava attorno ai 40 milioni di euro.

Tutti sanno in Italia che il bilancio dell’Università di Bologna è tra i più sani e accurati: lo hanno dimostrato ripetutamente i rapporti annuali dei Nuclei di Valutazione e la fiducia manifestata da grandi enti internazionali. Ricordo, tra questi, la Banca Europea degli Investimenti, la quale ha concesso all’Alma Mater una apertura di credito di 120 milioni di euro per la prosecuzione del programma edilizio dell’Ateneo: si tratta del credito più ampio mai concesso dalla BEI ad una Università. Ciò è accaduto perché il nostro bilancio ha fornito tutte le garanzie di solidità che la BEI richiedeva.
Attribuire quindi a chi ha retto in questi anni l’Università di Bologna, e cioè al sottoscritto, la responsabilità della situazione finanziaria, rappresenta una poco responsabile accusa ampiamente smentita dai fatti.

Vengo ora alla questione del calo degli studenti iscritti. Anche in questo caso occorrerebbe dotarsi di un minimo di informazioni preventive per non rischiare di avanzare critiche infondate e quindi di fare brutte figure. I dati sono i seguenti: tra l’anno accademico 2001/2002 e quello 2005/2006 gli immatricolati di Bologna sono aumentati del 7%, quelli in tutti gli altri atenei dell’ 1,26%. Nello stesso periodo gli iscritti all’Alma Mater si sono ridotti del 3,32%, mentre quelli in tutti gli altri atenei sono aumentati del 6,45%.

Questi dati dicono due cose in modo univoco ed entrambe positive per l’Alma Mater: si mantiene alta l’attrattività dell’Ateneo di Bologna ma il numero degli iscritti si riduce per effetto della forte contrazione dell’insieme degli studenti fuori corso, un fenomeno, quest’ultimo, che deve essere valutato come un fatto molto positivo.

Invito, infine, il Professor Boschi a leggere i rapporti del Nucleo di Valutazione e quelli del CNVSU: è difficile trovare qualche indicatore della prestazione dell’Ateneo che non superi il valor medio nazionale. Ciò vale per l’attrattività (il 49,8% dei nostri studenti risiede in regione, a fronte di un 78,6% degli altri Atenei), sul numero dei laureati rispetto agli iscritti, sulla collocazione dei nostri laureati nel mondo del lavoro, sul numero degli studenti in corso, sulla efficacia dei servizi di mobilità internazionale e così via.