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Erasmus: una palestra per sondare il futuro

Il programma europeo di scambio festeggia a Bologna i suoi primi 20 anni. Da Prodi a Delors, dai ministri Mussi e Melandri alle autorità accademiche e ai rappresentanti degli enti locali. Tanti ospiti per la prima giornata bolognese delle celebrazioni che poi proseguiranno anche a Rimini.
In Aula Magna

"Solo la generazione Erasmus potrà costruire la nuova Europa". Lo afferma in Aula Magna il Presidente del Consiglio Romano Prodi. Per la prima delle giornate dedicate all’Erasmus la riflessione è d’obbligo.

Presente, passato, ma anche futuro del progetto nei discorsi dei numerosi ospiti. E Prodi ha in mente due proposte concrete proprio per lo sviluppo dell’Erasmus.  La prima, l’aveva avanzata lui stesso anni fa: è quella di renderlo obbligatorio. "Dobbiamo fare in modo- spiega il premier- che per prendere una laurea in qualsiasi università della Ue diventino necessari sei mesi trascorsi in altri paesi dell'Ue, a fare l'Erasmus, a lavorare in azienda oppure per compiere il servizio civile". La sua seconda proposta riguarda in particolare Erasmus Mundus: "Io penso ad una dimensione euromediterranea in modo da partire in fretta. Io penso a corsi di laurea, master aperti a studenti e a professori dell’area mediterranea, centri di eccellenza euromediterranei dove progettare il futuro attraverso la formazione di nuove classi dirigenti".
 
Perché l’Erasmus – lo sottolinea Prodi - è "una delle più grandi intuizioni che ci siano mai state", in grado di creare quel "senso profondo di integrazione europea che parte dalla cultura e dalla conoscenza".

Anche il Rettore Pier Ugo Calzolari (vedi discorso in allegato), in apertura dell’incontro, aveva avuto modo di ripercorrere le tappe del programma che ha portato, dai suoi esordi nel 1987,  "un milione e settecento mila studenti e alcune decine di migliaia di docenti a varcare i confini di un paese straniero", facendo dell’integrazione uno straordinario stimolo per "aprire la fantasia e spostare i problemi su livelli più generali".

Certo il Rettore non poteva non ricordare il ruolo di Bologna. "Vent’anni fa si inaugurava a Bologna, con la presentazione del Progetto Erasmus, la grande stagione della cooperazione europea nel campo dell’Educazione Superiore". Non è dunque un caso che le celebrazioni siano ospitate dall’Alma Mater, la quale registra una serie di primati (secondo posto nelle classifiche delle università europee per numero di studenti in uscita, quarto in entrata, secondo per docenti stranieri) "frutto non del caso, ma di una precisa scelta che abbiamo fatto alcuni anni fa, ponendo la dimensione internazionale come elemento caratterizzante e obiettivo di fondo".

La lectio magistralis dell’ex presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, ripercorre la storia del programma in un momento in cui all’università spetta il delicato compito di ridiscutere il proprio "ruolo di responsabilità non solo politico ma anche sociale". Alla libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali del mercato unico (terreno su cui è nato il programma di scambio) se ne è aggiunta, grazie all’Erasmus, una quinta libertà: quella di scambiare cultura ed esperienze. E’ su queste basi che è nata con Lisbona la società della conoscenza. "E’ su queste basi – ha ricordato Delors - che il sistema educativo ha dimostrato sia il proprio ruolo di adattarsi ai cambiamenti della società, sia quello di farsi motore dello sviluppo".

Presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Monica Donini vede questi festeggiamenti come un'occasione per valorizzare il successo che ha trovato fino ad oggi il programma Erasmus, ma anche per sottolineare l'importanza del processo di integrazione europea. "L'Erasmus - ha ricordato - è un'esperienza che contribuisce fortemente a far maturare negli studenti un forte senso di appartenenza al processo comunitario europeo. Questo è il secolo della civile convivenza e della multiculturalità: attraverso l'Erasmus si creano le condizioni per una vera unione culturale e sociale in Europa, un'unione non basata sull'omologazione ma sulla cultura. Il programma di cui oggi festeggiamo il ventennale è la ricetta per un europeismo originale, costruito anche dal basso, laboratorio di scambi e di condivisione di esperienze".

"L'Erasmus - gli ha fatto eco Maglena Kuneva, Commissario europeo per la tutela dei consumatori - è un programma di grande successo, esempio profondo di come l'Europa lascia il proprio segno nel mondo, diffondendo il valore della tolleranza e accompagnando gli studenti a scoprire le proprie abilità e a chiarire la propria strada verso il futuro".

Maglena Kuneva ha poi ricordato l'importanza che l'educazione riveste non solo per la formazione di giovani cittadini, ma anche per la formazione di giovani consumatori. "L'educazione - ha spiegato -  è l'elemento chiave per lo sviluppo futuro delle politiche di consumo. I cittadini del XXI secolo saranno sempre più un ibrido tra consumatori e produttori, saranno "prosumer": i processi educativi devono, allora, portare consapevolezza e comprensione di questo nuovo ruolo. Il futuro deve essere orientato verso l'educazione".

Ha ricordato gli orrori delle guerre del secolo scorso e i "milioni di giovani che sono morti combattendo lungo le linee di frontiera dei loro Paesi", il Ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi. Eventi tragici da cui sono state tratte lezioni importanti. "L'Europa - ha sottolineato - è oggi una delle principali carte politiche nelle mani dell'umanità. L'Unione Europea non è solo uno spazio di libero mercato, è anche uno spazio di libera circolazione delle conoscenze e delle culture. E questo lo dobbiamo alle migliaia di studenti che ogni anno lasciano la propria casa e si spostano in paesi stranieri, a studiare, a fare nuove esperienze".

Guardando al futuro, poi, il Ministro Mussi ha fissato tre obiettivi verso cui puntare gli sforzi. "Il primo punto fondamentale - ha spiegato - è il rispetto della firma del Protocollo di Lisbona, di quella serie di obiettivi, in termini di formazione, da raggiungere entro il 2011. Sempre all'interno del Protocollo di Lisbona, poi, il secondo punto riguarda la creazione di un'Area Europea della Ricerca, con la messa in rete dei diversi Istituti e dei progetti realizzati. Infine, ancora entro il 2001, dovrà essere realizzato il Bologna Process, l'accordo siglato proprio in questa città nel 1999 che punta alla creazione di uno spazio europeo dell'istruzione superiore. E' necessario armonizzare il sistema universitario, connettendo i diversi atenei europei attraverso il sistema, già avviato, dei crediti universitari. Sono obiettivi ambiziosi: il lavoro da fare è tanto, ma ci stiamo muovendo convinti in questa direzione".