21 Giugno 2007
Scipione e Annibale. La guerra per salvare Roma
Autore:
Giovanni Brizzi
Editore:
Editori Laterza
Prezzo:
20 euro
Muovendosi con l'agilità del romanzo e mantenendo la fedeltà alle fonti del saggio storico, il libro racconta le vite parallele di due tra i più grandi condottieri dell'antichità
"Entrambi hanno preso il comando alla stessa età e tutti e due in terra spagnola, entrambi hanno avuto parenti stretti che sono rimasti coinvolti ed uccisi nella guerra, i loro destini si incrociano per la prima ed ultima volta a Zama, lo scontro che conclude la Seconda Guerra Punica: nessuno dei due parteciperà più ad una battaglia tanto grande. Moriranno entrambi nello stesso anno (182 a.C.) ed entrambi esuli dalla loro patria. Sia l'uno che l'altro hanno un grande modello comune che è quello di Alessandro Magno". Non sono poche le coincidenze che legano la vita di Publio Cornelio Scipione Africano a quella del suo grande rivale Annibale Barca, tanto che sarebbe forse possibile parlare di "vite parallele".
Ad elencare i tanti elementi che accomunano i due grandi condottieri è il prof. Giovanni Brizzi, docente presso il Dipartimento di Storia Antica, che da anni si occupa delle vicende della Roma repubblicana e imperiale, con un'attenzione particolare per Annibale e per il periodo storico segnato dalla figura del generale cartaginese. "Scipione e Annibale. La guerra per salvare Roma" è il titolo dell'ultimo lavoro del prof. Brizzi, un saggio storico intrecciato con il romanzo che ponendo sullo sfondo la figura di Annibale si concentra invece sulla vita di Scipione.
Da poco pubblicato per i tipi di Laterza, il libro si apre in quel di Zama, alla vigilia dello scontro decisivo della Seconda Guerra Punica (202 a.C.). Scipione è un uomo cresciuto, provato e cambiato dai lunghi anni di conflitto, lunghi anni duranti i quali non ha però mancato di inseguire, osservare e fare propri i modi, i segreti e le strategie del suo rivale, tanto da essere infine pronto ad affrontarlo. E durante quella vigilia, il ricordo del generale romano corre lungo tutte le vicende della guerra, ricostruendo gli avvenimenti dal casus belli della conquista di Sagunto, attraversando i sedici lunghi anni di conflitto che avevano visto opporsti l'esercito di Roma a quello di Cartagine.
"Con le parole di De Sanctis - spiega il prof. Brizzi - si potrebbe dire che Scipione e Annibale sono portatori di due 'differenti forme di genio'. Scipione è tra i più grandi generali della storia romana. E' uno strutturale, osservatore e metodico: riprende le tecniche di guerra di Annibale e le perfeziona. E' anche un grande riformatore, a lui si deve l'ideazione di quella struttura a coorte che è stata una delle armi fondamentali dell'esercito romano. Annibale, invece, è la scintilla del genio. Ha l'incredibile capacità di leggere le battaglie e inventarsi mosse geniali e inaspettate, tanto che nonostante l'inferiorità, a Zama rischia addirittura di vincere. I due sono diversi anche nel carattere: Scipione è un nobile ed è molto attento al riconoscimento pubblico, Annibale invece è caratterizzato dalla fierezza".
Ma nonstante le differenze, le vite dei due generali della Seconda Guerra Punica scorrono inesorabilmente legate da un destino comune, condannate ad incontrarsi solamente sul campo della battaglia decisiva, per poi nuovamente dividersi, ormai segnate per sempre dalla figura del rivale.