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Inaugurazione della mostra su Carducci e visita a Santa Cristina per il Ministro Rutelli

Prima taglio del nastro della mostra "Carducci e i miti della bellezza", poi visita privata alla sede bolognese della Fondazione Zeri per il Ministro Francesco Rutelli che, a sorpresa, è stato raggiunto a Santa Cristina dal Presidente del Consiglio Romano Prodi. 
Rutelli e Prodi in visita

All’inaugurazione dell’esposizione dedicata al poeta, nell’ambito delle iniziative previste per i cento anni dalla morte, ieri alle 17 al primo piano dell’Archiginnasio, assieme al Rettore Pier Ugo Calzolari c’erano il Ministro per i Beni e le Attività culturali Francesco Rutelli e il Sindaco Sergio Cofferati. "Abbiamo finanziato volentieri questa iniziativa- sono state le parole del Ministro- non solo per ricordare quanto determinante sia stato Carducci nel disegnare un nuovo volto di Bologna, ma anche come riconoscimento a un uomo di lettere e di politica, uno dei padri dell’Italia moderna".

Della sua partecipazione alla vita pubblica della città e al suo ruolo di consigliere comunale ha fatto cenno anche il Sindaco Cofferati. "Non è solo un piacere ripercorrere la figura di Carducci – erano state le parole del Rettore Calzolari, alla presentazione della mostra ricordando, nella veste anche di Presidente del comitato nazionale per le celebrazioni, le numerose altre iniziative organizzate dall’Ateneo in questo anno carducciano – ma è anche un omaggio tenero che l’Alma Mater fa da ad uno dei suoi più grandi professori".

Poi un breve sopralluogo nei nove piccoli ambienti, otto stanze più il vestibolo, con le pareti colorate in azzurro tenue in cui l’architetto Cesare Mari ha suddiviso lo spazio dello Stabat Mater dell’Archiginnasio, dove sono state collocate le centocinquanta opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, molte delle quali mai esposte finora: dai taccuini con appunti e fiori essiccati tra le pagine ai manoscritti e alle foto, dalle caricature ai ritratti. E ancora il cappello, il bastone, la vestaglia, il calamaio.

Quindi il vicepresidente del Consiglio ha fatto visita, questa volta in forma privata, alla sede bolognese della Fondazione Zeri, all’ex convento di Santa Cristina in piazzetta Morandi. E qui oltre al Rettore, alla prof. Anna Ottani Cavina, Direttore della Fondazione Zeri e altri docenti universitari è stato raggiunto, senza che fosse stato avvertito, dal presidente Prodi, appena rientrato dall’incontro francese con il presidente Nicolas Sarkozy . "Che bella sorpresa" è stata l’esclamazione del ministro e i due, accompagnati dal Rettore si sono inoltrati all’interno dell’edificio per la visita che da tempo Rutelli si era ripromesso di fare. Fin qui la cronaca.

Tornando all’esposizione: la mostra "Carducci e i miti della bellezza", curata dal prof. Marco Bazzocchi e da Simonetta Santucci (ingresso gratuito e fino al 1 marzo 2008, festivi e sabato pomeriggio esclusi) ripercorre la vita e l’opera di Carducci, soprattutto dal 1870 in poi, attraverso il motivo conduttore della bellezza.

Quando Carolina Cristofori Piva entra nell’orbita del poeta vi risveglia l’amore per un’idea classica e pagana della bellezza che Carducci aveva intravisto già nella sua produzione giovanile. L’inseguimento della bellezza si manifesta, oltre che nel decennio amoroso con Carolina (Lina-Lidia), anche nel rapporto con altre figure femminili che hanno accompagnato e ispirato il poeta: Dafne Gargiolli, Adele Bergamini, la regina Margherita (per la quale verrà coniata la famosa espressione "eterno femminino regale") e infine, tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento, Annie Vivanti e Silvia Pasolini Zanelli.

E non manca il legame profondo che unisce Carducci alla città di Bologna, sia attraverso i numerosi ritratti e caricature del poeta che circolarono in città per decenni, facendone un vero protagonista a livello collettivo, sia attraverso l’operazione storica e culturale che vede Carducci al fianco di altri artisti (fra tutti primeggia Alfonso Rubbiani) nel delineare il volto di una città medievale, trecentesca e quattrocentesca, rossa di terra cotta e di mattoni. Questa Bologna comunale e antica è il luogo dove Carducci studia, insegna e compone per più di quarant’anni. È una città reale ma anche sognata, un luogo del pensiero e dell’anima. Qui Carducci, a lungo, insegue il suo "desiderio vano de la bellezza antica".