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Spazio: il futuro del telescopio Hubble si decide a Bologna

150 scienziati da tutto il mondo sotto le due torri, dal 29 al 31 gennaio, per discutere dell’ultima sfida del leggendario satellite
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Nell’agosto del 2008 il telescopio spaziale Hubble verrà raggiunto da uno shuttle per un ultimo, ardito, intervento di manutenzione. Una missione delicata e avventurosa, che garantirà al campione dei telescopi spaziali altri quattro anni di attività. Centocinquanta scienziati da tutto il mondo si riuniscono a Bologna, dal 29 al 31 gennaio, per decidere come sfruttare al meglio quest’ultima, preziosissima, opportunità.

Dato più volte per spacciato, vittima da una parte della veneranda età (18 anni) e dall’altra dei tagli ai finanziamenti per le missioni spaziali ad alto rischio, il Telescopio Spaziale Hubble—il gioiello della NASA e dell’ESA che ha rivoluzionato le nostre conoscenze sull’Universo—sta per vivere un’ultima stagione di successi. È stata infatti approvata dalla NASA una quarta e ultima missione di manutenzione, prevista per il prossimo agosto, che garantirà a Hubble altri quattro anni di attività.

Quattro anni che gli astrofisici intendono utilizzare nel migliore dei modi. Per decidere come, si riuniranno a Bologna oltre 150 scienziati da tutto il mondo, dal 29 al 31 gennaio, per un workshop internazionale organizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Università di Bologna.

Hubble si è dimostrato uno strumento insostituibile per la comunità scientifica mondiale. Grazie alla sua capacità di osservare l’Universo molto più in profondità di ogni altro telescopio (e dunque molto più indietro nel tempo) e con una risoluzione spaziale talmente elevata da permettere di distinguere le singole stelle all’interno degli ammassi globulari, ha segnato un’intera generazione di astronomi. «Ma siamo appena all’inizio, quello che abbiamo visto fino a oggi è solo la parte emersa dell’iceberg», afferma Francesco Ferraro, professore al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna, che lavora con Hubble già dai tempi della tesi di laurea, e che grazie ai dati da esso raccolti ha realizzato le sue principali scoperte. «Certo, dopo tanti anni, gli strumenti non sono più sensibili come all’inizio. Per questo è fondamentale la missione di servizio del prossimo agosto. Ed è cruciale decidere insieme come sfruttarlo una volta che sarà stato rimesso a nuovo».

Una missione ardita e avventurosa, ma il nuovo amministratore della NASA ha deciso che è un rischio che vale la pena correre. Prendendo, certo, tutte le precauzioni possibili. «Basti pensare che, per portarla a termine», spiega il fisico Francesco Paresce, dell’INAF, per anni responsabile di Hubble all’ESA (Agenzia Spaziale Europea), «saranno schierati ben due Shuttle: uno in orbita, l’altro sulla rampa di lancio pronto a decollare in caso di emergenza. L’entusiasmo e l’eccitazione degli stessi astronauti è enorme, perché è una tra le rare missioni in cui possono sentirsi più scienziati che "meccanici spaziali". In ogni caso, li attende un lavoro massacrante: dovranno sostituire due strumenti, installarne altri due completamente nuovi, cambiare i giroscopi... In pratica, rimarrà intatto solo lo specchio. Per questo, si stanno già allenando, immersi nell’enorme piscina presente a Houston per simulare l’assenza di gravità, alle giornate di intensa attività extra-veicolare che li attendono, lassù a 500 Km dalla Terra».

Mai nessun telescopio spaziale è stato tanto "coccolato". D’altronde, Hubble è un satellite leggendario. Messo in orbita nel 1990, ha regalato alla comunità scientifica e al grande pubblico diciotto anni di dati eccezionali, di immagini suggestive e di emozioni. Già, perché per raggiungere la qualità ineguagliabile che lo caratterizza, e per mantenersi in perfetta forma fino alla maggiore età, sono state necessarie ben tre missioni spaziali di manutenzione (1997, 1999 e 2002).

Senza contare l’intervento radicale, effettuato nel 1993, per risolvere un problema di messa a fuoco, una tra le missioni più complesse e ardite che gli astronauti della NASA si siamo mai trovati ad affrontare. Ora, grazie alla missione di agosto 2008, Hubble potrà raggiungere l’apice delle sue possibilità. E forse riuscirà persino a individuare, per la prima volta, un buco nero all’interno di un ammasso globulare: probabilmente uno tra i desideri proibiti in cima alla lista che uscirà dal convegno bolognese.