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Lettera del Rettore sull'operazione "riequilibrio e posti Mussi"

Il Rettore Pier Ugo Calzolari illustra il risultato di un'importante operazione decisa in via definitiva dal Senato nella riunione del 15 gennaio scorso.
Rettore Calzolari

Care Colleghe, cari Colleghi,

mi è parso opportuno illustrarvi direttamente il risultato di una importante operazione decisa in via definitiva dal SA nella riunione del 15 gennaio scorso. Mi riferisco alla complessa manovra di allocazione nelle Facoltà dei punti di riequilibrio e dei posti di ricercatori assegnati alle università in base al DM 14 nov. 2007 n. 565 ("posti Mussi"). A questi ultimi specialmente intendo riferirmi, poiché per la prima volta le risorse vengono ripartite assegnando un peso rilevante al riconoscimento della ricerca scientifica. Nel sottolineare con molto compiacimento l’importanza della decisione assunta dal SA – assai innovativa anche nel panorama italiano – non voglio ignorare le valutazioni critiche che già si sono manifestate a proposito dei criteri adottati, ma nemmeno tacere dei numerosi consensi che direttamente o indirettamente mi sono stati comunicati. In questi casi, si sa, sono normalmente le prime ad occupare il proscenio. Né si può sottovalutare l’inquietudine che ogni novità generalmente trascina con sé, anche negli ambienti, come l’università, che dovrebbero essere protesi verso l’innovazione più naturalmente di altri.
 
Dopo avere affrontato a più riprese la questione della valutazione della ricerca e dell’impegno didattico, il SA ha deciso con voto unanime. Vi ho colto la forte consapevolezza sulla importanza di stabilire un principio innovativo (naturalmente, per il nostro ateneo), ma ciò non toglie tuttavia che tutti siamo ben coscienti che i criteri adottati siano perfettibili o addirittura radicalmente emendabili. Nessuno di noi, certo non io, ritiene che in futuro non si possa fare di meglio. Tutti eravamo ben consapevoli di quanto dicevano gli antichi, e cioè che nulla può essere ad un tempo nuovo e ottimo. Non per questo io mancherò di manifestare gratitudine all’Osservatorio della Ricerca, al Prof. Massa, al ProRettore Masetti e agli Uffici per il lavoro difficile condotto, anche in questa occasione, con intelligente volontà di puntare agli interessi generali dell’Ateneo.

Ci sono nuove buone idee o utili emendamenti? Io lo spero vivamente, poiché c’è una sola questione che non mi pare si possa più porre in discussione: la necessità imprescindibile di imparare a sottoporci alle valutazioni e di collocare al meglio le risorse che il contribuente e gli studenti ci affidano.

Veniamo a qualche dettaglio dell’operazione. Si trattava di attribuire alle Facoltà 57,8 punti per il turn-over, 16,5 punti per il riequilibrio, oltre a 28 posti di ricercatore per il 2007 ed altri 27 per il 2008 ("posti Mussi"). E’ bene chiarire subito che i posti relativi al 2008 sono soltanto presunti (manca cioè la formale attribuzione da parte del Ministero) - ancorché ragionevolmente prevedibili poiché l’impegno finanziario è già stato stabilito nella legge finanziaria - ciò che ha richiesto di costruire per questa seconda tranche di "posti Mussi" un ordine di priorità.

La ripartizione dei punti di riequilibrio è stata ottenuta mediando i risultati di due criteri:

1° criterio: valutazione del carico didattico medio associato all’impegno didattico reale dei docenti valutato a posteriori. In sostanza, per ciascuna Facoltà si tiene conto del numero di docenti equivalenti e della loro attività didattica complessiva attraverso tre sottoindicatori: esami/docente, ore di lezione/docente, tesi (laureati)/docente. Il calcolo tiene conto delle fasce di numerosità massima delle classi di corso di studio definite dal Ministero.

2° criterio: rapporto numero di studenti attivi/numero di docenti equivalenti.

Quanto ai posti di ricercatore relativi al citato DM 576/07, è opportuno ricordare che essi sono stati assegnati anche sulla base della valutazione del CIVR dell’attività di ricerca scientifica di ciascun Ateneo e che il nostro è stato quello maggiormente premiato. Ne è derivato l’obbligo di assegnare alla ricerca un peso adeguato e di operare affinché al termine dell’operazione le risorse raggiungano i Settori Scientifico-Disciplinari (SSD) più attivi. Per questa ragione il SA ha invitato le Facoltà, nell’ambito della loro autonomia, ad attenersi a questo criterio, illustrando, successivamente al SA gli eventuali casi di scostamento.

Per la ripartizione dei posti sono stati preliminarmente individuati tre indicatori:

1. Valutazione locale dell’ultimo triennio di attività: individuazione dei Ricercatori più produttivi (migliore 40%).
2. Valutazione triennale nazionale (CIVR): ricercatori autori di pubblicazioni inviate per la VTR, che siano state valutate eccellenti o buone.
3. Peer review dei dipartimenti: ricercatori indicati esplicitamente, singolarmente o attraverso gruppi di ricerca, come eccellenti o innovativi.

Sono stati selezionati tutti i docenti/ricercatori (li chiameremo più produttivi) che soddisfano almeno due delle tre condizioni indicate poco sopra. A questo punto ci si è chiesto se fosse più opportuno costruire l’indicatore per ciascuna delle Facoltà puntando solo al numero assoluto dei ricercatori più produttivi o tenendo conto anche del loro valore relativo (rispetto al numero totale dei docenti/ricercatori della facoltà). Si è convenuto di costruire l’indicatore di Facoltà utilizzando con egual peso i due dati.

L’ultima operazione è stata quella di media con il rapporto studenti/docenti, fortemente consigliata dalla necessità di non stravolgere completamente il criterio tradizionale. I Senatori potranno testimoniare del mio sforzo personale per convincere il SA a procedere più gradualmente e a non ignorare i duri compiti didattici che incombono su alcune Facoltà.

Prima di passare ai risultati è necessario che io sottolinei con forza un concetto. Quella che Vi ho illustrato in sintesi non pretende di essere la valutazione della qualità della ricerca scientifica delle Facoltà, ma semplicemente un criterio per la ripartizione dei posti di ricercatore, operato anche con l’ausilio di indicatori che hanno a che fare con la ricerca scientifica. Qualche collega si è sorpreso per l’apparente difformità del risultato ottenuto rispetto ad autorevoli valutazioni internazionali (quella del Times, per esempio). In realtà non c’è alcuna contraddizione, poiché il Times valuta la qualità della ricerca indipendentemente dalle risorse ad essa destinate: mette in evidenza cioè la qualità delle punte. Al nostro interno, viceversa, noi dobbiamo necessariamente tenere conto anche di ciò che l’Ateneo ha già investito nelle sue varie articolazioni e chiederci pure in che misura certi risultati dipendano dalla presenza di non pochi docenti/ricercatori scarsamente attivi.
 
Al di là di tutto ciò io invito tutti i colleghi ad accogliere pacatamente il risultato di questo lungo ed arduo lavoro: ogni miglioramento sarà il benvenuto, nulla è stato definito per sempre. Invito altresì a considerare la necessità di evitare che l’eventuale critica dei parametri impiegati, pur opportuna e legittima, soprattutto se accompagnata dalla segnalazione di eccezioni o singolarità inderogabili, possa essere interpretata come un rifiuto radicale della valutazione. Non dimenticate, care Colleghe e cari Colleghi, che comunque una valutazione nazionale ci sarà e che sarà un’operazione penetrante. Ricordate anche che già sulla base dell’attuale valutazione CIVR, utilizzata dall’Osservatorio per la composizione degli indicatori, si arriva a risultati non dissimili da quelli finali del nostro lavoro.


Una tabella (in allegato) riporta i risultati in forma compatta.

Onestamente non mi pare che balzino all’occhio macroscopici sacrifici imposti a qualche Facoltà. Non ci sono Facoltà "penalizzate", mentre è certo che se per i "posti Mussi", negando l’obiettivo di potenziare la ricerca, si fosse proceduto con i vecchi criteri, avremmo dovuto concentrare la maggior parte delle risorse in poche Facoltà: sarebbe stato naturale infatti orientare risorse straordinarie verso l’operazione di riequilibrio e così facendo il 90% dei posti si sarebbero concentrati su 7 Facoltà, escludendo così quelle che in alcuni commenti vengono ritenute sfavorite ed anche quasi tutte quelle dotate degli indicatori della ricerca più elevati.

I più cari saluti


                                                     Pier Ugo Calzolari