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Coppa Italia di bouldering: Caminati e Chiappa vincono al PalaCus

Michele Caminati di Parma ed Elena Chiappa di Pinerolo sono i vincitori della prima prova di Coppa Italia di bouldering organizzata dall'Alma Mater Studiorum al PalaCus di via del Carpentiere
Arrampicata

Grande successo e grande partecipazione alla prova che ha riportato l'élite dell'arrampica sportiva all'ombra delle Due Torri. Alcuni degli atleti che hanno preso parte alla competizione occupano i primi posti del ranking mondiale. Grande spettacolo grazie anche all'opera dei tracciatori, Mario Prinoth e Riccardo Scarian.

Unico neo di una giornata pressoché perfetta - erano presenti il numero uno del Cus Bologna, Francesco Franceschetti che ha festeggiato in palestra il suo compleanno e il presidente della Fasi (federazione arrampicata sportiva italiana) Ariano Amici - il rendimento di Silvano Finotti, l'unico atleta di casa, tesserato per il Cus Bologna, che ha dovuto accontentarsi del 29° posto.

Soddisfatto il direttore sportivo della nazionale, Giovanni Cantamessa, che ha voluto questa prova per determinare la Nazionale che prenderà parte, tra venti giorni, a una prova di Coppa del Mondo in Austria, a Innsbruck. 'Tutto si è svolto nel migliore dei modi - ha detto Cantamessa, che è anche responsabile della sezione arrampicata del Cus Bologna -. Abbiamo riportato la grande arrampicata a Bologna. Non escludo di ripetere l'esperienza tra un paio d'anni o, se sarà possibile, anche nel 2009. Intanto avremo tante iniziative e gare per confermare il ruolo del Cus Bologna che, a livello italiano, è il secondo club per numero di tesserati. La Nazionale? Terrò conto delle classifiche ma prima di diramare le convocazioni voglio prendermi qualche giorno di riflessione anche se, probabilmente, ho già tutto in testa".

La prima tappa di Coppa Italia di bouldering di arrampicata sportiva era stata presentata venerdì scorso al PalaCus di via del Carpentiere dagli stessi Francesco FranceschettiGiovanni Cantamessa e Ariano Amici, assieme a Giulio Cesare Carloni, numero uno del presidente del Comitato per lo sport Universitario.

"L'arrampicata - ha detto Francesco Franceschetti - è nel cuore del Cus Bologna da lungo tempo. Siamo stati tra i primi in regione a dare spazio a questo sport e continuiamo a farlo. La nostra sezione è in salute e, come numeri, siamo tra i primi in Italia. Ora organizziamo questa prova: speriamo di farne altre in futuro".

"'Bologna - ha spiegato Ariano Amici - è sede della federazione. Questo, anziché moltiplicare le attività, le ha un po' frenate. La culla di questo sport è il Trentino, ma come numeri si sta avvicinando a Lombardia. L'Emilia Romagna soffre un po', ma il Cus Bologna ha rotto il ghiaccio riportando una grande prova da queste parti. Pensiamo possa essere l'inizio per ripartire".

"Sono orgoglioso - le parole di Giulio Cesare Carloni - che l'università possa essere protagonista di un'iniziativa del genere. Mi auguro che l'arrampicata sportiva possa diventare sempre di più una disciplina di matrice accademica".

"Per me - ha sottolineato Giovanni Cantamessa - è una scommessa, almeno dal punto di vista organizzativo. Come direttore sportivo della nazionale avevo bisogno di un appuntamento in vista delle prime prove del mondiale, in  programma fra tre settimane in Austria, a Innsbruck. E questa prima prova di Coppa Italia mi servirà proprio per determinare la composizione della nazionale maschile e di quella femminile che gareggerà in Coppa del Mondo".

La storia del Cus Bologna con l’arrampicata sportiva nasce a metà degli anni Novanta grazie alla passione e all’entusiasmo di Giovanni Cantamessa e di quello che, in quegli anni, era il segretario generale del Cus Bologna, Renato Nicolai. Si comincia a parlare di questa insolita disciplina che, però, può contare su un fascino straordinario. Il Cus Bologna, sempre pronto a recepire le novità e le esigenze degli studenti, si impegna in prima persona: è così che al PalaCus di via del Carpentiere compare quella che, per lungo tempo, sarà la parete più completa e più grande della regione Emilia Romagna per potersi esercitare al coperto.

La presenza della parete e la possibilità di allenarsi – in un regime, meglio precisarlo, di assoluta sicurezza – dà modo al Cus Bologna di diventare una società di riferimento in città e in regione e di richiamare, così, tanti appassionati. Tra questi l’estroverso Mauro Calibani che, nel 2001, toccherà il cielo con un dito portando, per la prima volta, un titolo mondiale al Cus Bologna di Francesco Franceschetti. Il resto più che storia è presente. Una sezione che continua a crescere grazie all’impulso e alle idee di Giovanni Cantamessa – che occupa un ruolo di rilievo anche a livello nazionale – e che cerca di darsi da fare anche sotto l’aspetto organizzativo.

Salta, pochi anni fa, per problemi logistici, la possibilità di organizzare una prova del campionato italiano. Il Cus Bologna, però, non si smonta (non fa parte della sua storia) e ottiene per questo 2008 l’organizzazione della prima prova della Coppa Italia di bouldering.

La specialità del bouldering prende il nome da Boulder, una località del Colorado (Stati Uniti) dove iniziò la pratica di salire, slegati, massi di roccia sparsi sul terreno. Vince, nel bouldering, chi sale in cima al maggior numero di blocchi: essendo percorsi ad altezza limitata, 4-5 metri, non si usa la corda e le eventuali cadute vengono protette da appositi materassi di gommapiuma. Il lead, in italiano "difficoltà", è una specialità nella quale è importante "condurre". Lo scopo della specialità è salire il più in alto possibile. Considerate le altezze che si possono raggiungere l’uso delle corde è indispensabile. Speed, invece, è la specialità meno praticata ma anche più spettacolare per un pubblico che non conosca bene l’arrampicata. E’ una disciplina agonistica, senza alcun riferimento con la pratica su roccia. Funziona come le gare di slalom parallelo. In fase di qualifica si ottengono i tempi che stabiliscono poi l’ordine di un tabellone di tipo tennistico. Poi via agli scontri diretti fino alla finale. In questa specialità si sale con la corda dall’alto. A differenza del lead l’atleta non deve passare la corda nei moschettoni, ma la corda, passata dall’alto, viene recuperata velocemente durante la salita.

La differenza tra bouldering e lead è come quella che separa i 100 metri dai 1.500. Nella prima specialità viene esaltata la forza pura ed esplosiva, nel secondo caso la resistenza è la chiave vincente. Esiste comunque una classifica combinata, per i risultati ottenuti agli assoluti, che alla fine assegna il titolo della combinata all’atleta più completo.