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Ancilla Domini: donne e musica nel Medioevo

Nel complesso delle Sette Chiese della Basilica di Santo Stefano, concerti, letture, mostre, tavole rotonde, workshop per riscoprire il mondo della musica al femminile nella tarda antichità e nell'Alto Medioevo
Corali domenicane

Riscoprire un mondo poco frequentato dalla Storia e poco noto al pubblico attraverso le note secolari dei canti e delle liturgie declinati al femminile. E' l'obiettivo di "Ancilla Domini. Musica, rito e femminile tra la tarda antichità e l'alto Medioevo", il programma di concerti, letture, tavole rotonde, workshop, mostre che sarà ospitato dal 13 al 20 aprile nel complesso delle Sette Chiese della Basilica di Santo Stefano, e inaugurato il giorno precedente al Museo Civico Medievale.

I numerosi eventi in programma andranno ad indagare il rapporto tra la musica e le donne dal finire dell'antichità ai primi secoli del Medioevo: un connubio fino ad oggi poco noto, che non manca però di regalare motivi di interesse e piacevoli sorprese. "Al centro dell'iniziativa - spiega Alessandra Fiori, che con Dina Cucchiaro e Chiara Sirk ha curato il progetto - c'è sempre la musica. Oltre agli eventi propriamente musicali, le letture, i concerti, abbiamo cercato, quando possibile, di completare con l'intervento musicale dal vivo anche appuntamenti come le tavole rotonde o i seminari. Abbiamo voluto unire il più possibile la teoria alla pratica".

L'apertura del ciclo di eventi è prevista per sabato 12 aprile (ore 17) al Museo Civico Medievale, con l'inaugurazione della mostra "Sorores in choro. I libri corali delle Domenicane bolognesi": una trentina di preziosi codici prodotti tra la fine del XIII e gli inizi del XVI secolo che mostrano come la pratica musicale anche nei conventi femminili fosse una consuetudine centrale nella vita delle comunità. "Quando parliamo di gregoriano - continua Alessandra Fiori - abbiamo in mente un sound maschile, ma i testi musicali erano interpretati comunemente anche dalle monache".

La musica quindi come filo conduttore per raccontare la vita e i ruoli che le figure femminili ricoprivano nel vasto mondo religioso dell'epoca. E anche quando le fonti musicali vengono a mancare, come avviene per l'epoca Tardo Antica, la musica resta punto centrale, esplorata attraverso testi letterari e testimonianze figurative. "Le fonti musicali che abbiamo a disposizione partono dalla fine dell'XIII secolo. Per capire il ruolo ricoperto dalla musica negli anni precedenti dobbiamo quindi affidarci ad altri documenti. Ci sono scritti femminili di grande interesse, come il racconto di Egeria sul suo viaggio nei luoghi santi della cristianità, primo testo a trattare del rito nella sua forma embrionale. Dal punto di vista figurativo, poi, ci sono diversi documenti da cui si può risalire al ruolo della donna in alcuni riti. Vedremo, ad esempio, come nei famosi mosaici di Sant'Apollinare Nuovo, a Ravenna, si possa ritrovare una vera e propria musicalità nel ritmo dell'immagine".

Oltre alla mostra al Museo Civico Medievale, che proseguirà fino al 28 settembre, "Ancilla Domini" presenta la mostra fotografica "Salve, Regina. Il sacro femminile nella religiosità popolare dell'Appennino bolognese", che sarà inaugurata domenica 13 aprile, alle ore 13, nella Basilica di Santo Stefano. Sono previsti poi recital, concerti e letture-concerto, tavole rotonde sulla musica al femminile, su donne e arti figurative e sulle donne pellegrine nella Chiesa delle origini. Si terranno inoltre quattro workshop, di cui uno incentrato sul Manoscritto Q.11, la più antica fonte italiana di musica sacra concepita per voci femminili e contenente polifonia.

Curata da Dina Cucchiaro, Alessandra Fiori e Chiara Sirk, l'iniziativa è realizzata in collaborazione con il Monastero dei Benedettini Olivetani - Centro di Spiritualità Monastica e si avvale della partecipazione, tra gli altri, del Dipartimento di Arti Visive e del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna.