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Proposte di arte urbana per la seconda biennale dei giovani

Aprirà mercoledì 3 dicembre nei nuovi spazi dell'Accademia di Belle Arti la seconda edizione della Biennale d'arte dei giovani, promossa dall'Accademia insieme al Dipartimento delle Arti Visive e alla Scuola di specializzazione in beni storici artistici dell’Università di Bologna. Inaugurazione alle 17 nell'Aula Magna
Opera di Ettore Tomas

"Proposte di arte urbana" è il tema scelto dal comitato promotore per questa seconda edizione della Biennale d'arte dei giovani. Al centro delle opere presentate il problema cruciale della decorazione delle pareti pubbliche e private degli edifici urbani, o dell’arredo di piazze e crocevia, nell’intento di raccogliere il bisogno urgente e incomprimibile di decorare gli ambienti in cui viviamo. Un ritorno alle origini dell'arte, quando nasceva da una committenza pubblica e non veniva concepita solo per il collezionismo privato.

La partecipazione è stata articolata in due sezioni: progetti per interventi bidimensionali, su parete, o tridimensionali, per monumenti o installazioni di grande impatto. Circa cinquanta i progetti inviati e venti quelli selezionati per essere messi in mostra, dal 3 dicembre fino al prossimo 1 febbraio all'Accademia di Belle Arti (Via Belle Arti, 54). Il tutto realizzato da un comitato promotore composto da Mauro Mazzali, Vera Fortunati, Renato Barilli, Roberto Daolio, Cristina Francucci.

I venti artisti prescelti, provenienti da tutte le parti d’Italia, ricorrono a un'allettante varietà di soluzioni. Le opere bidimensionali si valgono volta a volta di uno stile espressionista o falso-naïf o improntato ai mass media, ma sfruttano pure la preziosità di superfici aureee incise da eleganti scritture. In alcuni casi l’intervento grafico-pittorico è sostituito dal dispiegamento di oggetti di uso comune, distribuiti con ritmo modulare, proprio come se fossero pattern decorativi (chiavi, specchietti, drappi pendenti come addobbi).

Anche le soluzioni plastiche rivelano fantasia: si va da labirinti in metallo o in vetro a simulazioni di zolle incrostate di muschio a muri di scatoloni recanti messaggi arcani. E non manca il ricorso al video, che illumina il percorso coi i suoi occhi magici, ricordando che l’animazione degli spazi urbani al giorno d’oggi si può ottenere anche grazie a proiezioni elettroniche.