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Al via il primo corso su limiti e responsabilità della scienza

Lezioni pubbliche che vedranno la partecipazione di molti docenti esperti di diverse discipline. Si incomincia il 5 marzo con Vincenzo Balzani
Balzani

Dottori in scienze consapevoli. L’Università di Bologna non si accontenta più di insegnare la scienza, ma vuole stimolare anche la coscienza critica dei giovani scienziati di domani.

Quali rischi si annidano nel rapporto tra scienza e poteri economici? Che dire della diatriba sugli Ogm? E di quella sul nucleare? E la manipolazione genetica dell’uomo? I problemi di carattere sociale ed etico sollevati dalla ricerca scientifica fanno il loro debutto ufficiale nell’offerta formativa dell’Alma Mater. Dai primi di marzo parte infatti un vero e proprio corso interdisciplinare, Scienza e società, aperto a tutti gli studenti dell’ateneo, ma anche a dottorandi, docenti e semplici cittadini. Gli studenti che lo inseriscono nel loro piano di studi, lo frequentano e superano l’esame finale, ottengono quattro crediti formativi (i punti accumulati nel cammino verso la laurea).

Il corso si articola in 15 seminari tenuti da 15 docenti tra marzo e maggio, nei giorni di martedì e giovedì, dalle 17 alle 19 (un’ora di lezione e una di discussione), presso l’Aula I del dipartimento di Chimica "G. Ciamician" via Selmi, 2, Bologna (info 051 2099560).

Si parte giovedì 5 marzo con il chimico Vincenzo Balzani, anima del corso e figura di spicco della comunità scientifica internazionale, con Il ruolo della scienza in un mondo fragile. "Cercherò di spiegare come la scienza aumenti la ‘capacità di fare’ dell’uomo, nel bene e nel male, ma non lo renda più saggio, e come, di fatto, aumenti le disuguaglianze tra le persone e la fragilità del nostro mondo". "Non basta insegnare la scienza - spiega ancora Balzani -, occorre anche chiedersi per che cosa debba o non debba essere usata. Con questo corso, nato da sporadiche iniziative seminariali degli ultimi due anni, vogliamo gettare un ponte tra scienza e società, università e città, ma anche tra varie discipline di studio".

E multidisciplinare il corso lo è davvero, tra chimici, fisici, biologici, genetisti, medici, antropologi, farmacologi, economisti, sociologi e storici della scienza. Dopo Balzani sarà la volta di Matilde Callari-Galli (10 marzo), che indagherà i rapporti tra antropologia, scienza e tecnologia in Antropologia e i nuovi campi del sapere aperti alla contemporaneità; seguirà Claudio Franceschi (12 marzo) con La crescente longevità di Homo sapiens: una sfida per la scienza e la società; Margherita Venturi (17 marzo), Vivere e convivere con le radiazioni; Andrea Segrè (19 marzo), Elogio dello spreco. Formule per una società sufficiente; Antonio Genovese (24 marzo), La globalizzazione e le trasformazioni nei rapporti sociali, familiari e nelle relazioni di vita; Nicola Armaroli (26 marzo), Energia per il XXI secolo: dati, prospettive, scelte individuali, responsabilità collettive; Giovanni Perini (21 aprile), Manipolare la vita tra prometeismo e bioetica; Mario Compiani (23 aprile), Scienza e poteri economici: liaison dangereuse?; Marco Cervino (28 aprile), La community based research: un’occasione per mettersi in gioco come ricercatori nella relazione con la comunità; Giuliano Pancaldi (30 aprile), Capire Darwin; scienza e società da ‘L’Origine’ alla genomica; Marco Taddia (5 maggio), Industria chimica, uomo e ambiente: esperienze storiche di convivenza; Stefano Zamagni (7 maggio), Diseguaglianza nella società post-industriale; Giovanni Nicolini (12 maggio), Povertà, nuove ricchezze: una provocazione evangelica?; Andrea Cavalli (14 maggio), Le malattie tropicali dimenticate e la ricerca farmaceutica.