Inaugura il prossimo sabato 10 ottobre al Museo Civico Archeologico la mostra "Federico Zeri. Dietro l'immagine. Opere d'arte e fotografia". E' la prima esposizione dedicata al grande storico dell’arte scomparso il 5 ottobre 1998. A promuoverla è la Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici e il Museo Civico Archeologico.
Federico Zeri è raccontato nella sua vita e nel suo lavoro attraverso dipinti e sculture in arrivo da musei e collezioni private, opere che sono state celebri oggetti d'indagine per lo studioso. Non solo, accanto ai materiali originali sarà presentata al pubblico per la prima volta la sua fototeca.
Duecentonovantamila fotografie di opere d'arte che ritraggono dipinti, monumenti, sculture, siti e scavi archeologici. Tra queste anche una preziosa serie di scatti di grande formato risalenti alla fine del XIX secolo che riproducono celebri dipinti rinascimentali. A firmarle alcuni tra i maggiori fotografi dell'epoca: Anderson, Braun, Brogi, Hanfstaengl. Il patrimonio di Federico Zeri, che conta anche una biblioteca di oltre quarantaseimila volumi, oltre a cataloghi d'asta e periodici, è stato donato per volontà dello stesso studioso all'Alma Mater. La Fondazione Federico Zeri è stata creata dall'Ateneo nel 1999 con lo scopo di valorizzare questo prezioso materiale e metterlo a disposione degli studiosi.
Curata da Anna Ottani Cavina, con il coordinamento di Alessandra Mottola Molfino, la mostra si sviluppa in in tre sezioni. L'apertura è dedicata alla biografia di Federico Zeri. Fotografie e documenti raccontano la storia intellettuale dello studioso, i suoi principali interlocutori, il contesto culturale e i rapporti con l’establishment dell’epoca. Una serie di immagini avrà il compito di illustrare la collocazione originale della collezione di opere d'arte e della biblioteca all'interno di Villa Zeri a Mentana.
Opere, dipinti e sculture, provenienti da musei e collezioni private occupano la seconda sezione. Si tratta di una serie di casi tra i più significativi su cui Federico Zeri ha applicato il suo metodo d'indagine e di ricerca. Ad integrare le opere ci sono fotografie e documenti della biblioteca e della fototeca dello studioso. Dipinti di Pietro Cavallini, Pietro Lorenzetti, Sassetta, Donato de’ Bardi, Giovanni de’ Vecchi, Scipione Pulzone, Giuseppe Valeriano andranno a coprire le ricerche sull'arte italiana dal Duecento al Cinquecento. Per il periodo barocco ci saranno invece nature morte del Maestro di Hartford e Juan Fernandez detto El Labrador, oltre a un nucleo di sculture di Pietro e Gianlorenzo Bernini.
L'Ottocento e il Novecento sono documentati nella terza sezione, dedicata alla fotografia di riproduzione di opere d'arte e monumenti. Cinquantacinque foto originali di fine Ottocento che ritraggono importanti dipinti del Rinascimento italiano e trentasette scatti, datati tra fine Ottocento e la prima metà del Novecento, che mostrano luoghi e monumenti romani e del Lazio, testimonianza del forte impegno che ha sempre animato Zeri per la tutela del patrimonio e del territorio italiani.
La mostra resterà aperta fino al 10 gennaio 2010. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiusura il lunedì, il 25 dicembre e l'1 gennaio. Il 24 e il 31 dicembre apertura dalle 10 alle 14.