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Volatili morti in tutto il mondo. Le indagini scientifiche ne spiegano le cause

Migliaia di esemplari sono deceduti in Lousiana, nel Kentucky, in Svezia. Diverso per Mauro Delogu, ricercatore alla Facoltà di Medicina Veterinaria, è il caso di Faenza, dove le tortore continuano a morire

Articoli, interviste e servizi di approfondimento.  Ha fatto il giro un po’ di tutti i media la notizia della morte quasi improvvisa e misteriosa di migliaia di volatili in diverse parti del mondo. Prima i merli dalle ali rosse della Louisiana, 3-4000 esemplari deceduti improvvisamente in ambienti urbani i primi giorni dell’anno. Poi  è stata la volta di un’altra moria atipica di massa, sempre attorno al 2 e al 3 di gennaio, nel Kentucky. Quindi in Svezia, dove il bilancio è stato di una cinquantina di corvi trovati senza vita. Infine Faenza, dove i decessi di tortore, al ritmo di centinaia al giorno, durano tutt’ora.

Non sono mancate ipotesi, congetture e speculazioni giornalistiche C’è chi ha parlato di asteroidi, chi di campi elettromagnetici. C’è chi ha ipotizzato esperimenti militari, manco a dirlo segreti, e chi ha scomodato persino le profezie dei Maya e l’avvicinarsi del 2012 con annessa fine del mondo. Ma se la fantasia corre, la scienza spesso frena.

Mauro Delogu ricercatore, a capo del Laboratorio di Ecologia dei Patogeni della Facoltà di Medicina Veterinaria, rassicura e spiega. "Si tratta di casi circoscritti e le cui cause non sono riconducibili ad un unico fenomeno i – ci dice-. Ma niente profezie e stranezze. Per la Louisiana e il Kentucky la spiegazione è assai semplice e consueta annualmente anche nelle città Italiane. Gli esiti delle autopsie degli animali pubblicate sul web dimostrano in maniera inequivocabile che gli uccelli sono morti per traumi. La causa è da attribuire probabilmente alla consuetudine di impiegare i botti di capodanno". " Nei periodi invernali infatti – spiega Delogu - gli uccelli di notte si trovano appollaiati sugli alberi  in dormitori comuni che possono raccogliere su poche piante anche 2-3000 esemplari. Lo scoppio improvviso dei botti li spaventa e fa loro prendere bruscamente il volo al buio, portandoli a sbattere violentemente contro i fili elettrici, i pilastri. le vetrate dei palazzi".
Un fenomeno nuovo? "Ovviamente no – prosegue Delogu -. Semplicemente l’uomo sta invadendo sempre più gli spazi degli animali e questo fa sì che anche l’uomo della strada venga a contatto con fenomeni che prima non notava".

"Anche per i corvi svedesi – prosegue Delogu - le autopsie degli animali rivelano colonne vertebrali fratturate. Sebbene qui non ci sia un report clinico, le immagini, anche quelle diffuse in rete, fanno presupporre una causa analoga a quella della Lousiana e del Kentucky, ovvero i botti di capodanno."

Diverso è il caso delle tortore di Faenza che, decedute ormai a migliaia, continuano a morire al ritmo di centinaia ogni giorno. "Sono andato ad investigare e questo caso è differente. Il fenomeno avviene nella stessa area da anni, anche se con rilevanza minore dei precedenti. Quest’anno infatti gli uccelli continuano a morire tutt’ora. Le analisi ancora in corso stanno dimostrando che i volatili dovrebbero essere deceduti a causa di un virus. Ma si tratta di un virus troppo debole per causare così tanti decessi all’interno di tutta la popolazione, per poi rimanere circoscritto ad un’area di pochi kilometri quadrati. Un virus paragonabile negli effetti a quello dell’influenza nell’uomo. Ecco perché secondo  la nostra ipotesi al virus potrebbero andarsi ad aggiungere quale concausa delle lesioni causate da un componente tossico alimentare che gli esami di laboratorio hanno evidenziato istologicamente a carico di reni e fegato dei volatili deceduti. Gli animali potrebbero aver assunto tale sostanza ingerendo semi di girasole da olio", creando così contemporaneamente alle lesioni , uno stato di immunodepressione che ha agevolato l’ingresso dei virus in tutti i soggetti.