Il documento, che è la premessa alla definizione del bilancio preventivo ufficiale che verrà poi presentato nel mese di dicembre, evidenzia un ammontare di minori entrate da recuperare - rispetto al bilancio preventivo 2011 - compreso fra 23,7 e 28,6 milioni di euro, legato alla riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario nazionale (FFO) di circa 400 milioni e alla quota di tale Fondo storicamente destinata all'Ateneo di Bologna pari a circa il 6%.
La forbice risente di incertezze riguardo: l'effettivo taglio del FFO; la relativa quota di tale finanziamento che verrà destinata all'Università di Bologna; l'entità delle contribuzioni studentesche legate alle iscrizioni per l'A.A 2011/2012; l'avanzo di amministrazione che verrà accertato in fase di chiusura del bilancio 2011.
Il recupero di queste minori entrate avverrà sulla base di alcuni principi che riflettono gli impegni e le delibere prese dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione nel corso del 2011: 1) invarianza delle risorse destinate al diritto allo studio; 2) invarianza delle spese per la ricerca; 3) invarianza delle spese per la didattica e l'internazionalizzazione.
Le riduzioni di spesa deriveranno: 1) dalla razionalizzazione delle spese per l'edilizia e la gestione del patrimonio immobiliare; 2) dalla riorganizzazione degli uffici e delle procedure di gestione dell'Ateneo.
Il turnover del personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo è stato ipotizzato essere pari al 25% (per un risparmio di 13,4 milioni di euro). Questa quota permette comunque di tenere fede agli impegni più volte assunti dal Rettore e dal Senato Accademico. La priorità delle assunzioni verrà attribuita ai ricercatori che hanno ottenuto l'idoneità a professore associato (40 unità di personale). Questa scelta comporterà una spesa prevista pari a più di 4 milioni di euro (quantificabili in 40 punti organico). Le risorse finanziarie necessarie verranno messe a disposizione nel mese di settembre.
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deciso di proseguire nella politica di remunerazione dell'attività didattica dei ricercatori, destinando a tale scopo una cifra di due milioni di euro, superiore a quanto previsto nel 2011, consentendo così un aumento della retribuzione oraria.