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Vulcani e dintorni dell’io

Autore: Piermaria Luigi Rossi

Editore: Bacchilega Editore

Un viaggio intorno al globo a caccia di vulcani. Parole, immagini e versi del professor Piermaria Luigi Rossi accompagnano il lettore nel suggestivo itinerario tra le scienze della terra e le modificazioni interiori dell’io di fronte alla visione del paesaggio
Indagare  il linguaggio-legame dei sentimenti dell’uomo di fronte alla natura. Rappresentare i vulcani (e non solo) non tanto come straordinarie e complesse manifestazioni fisico-naturalistiche, ma come testimonianza di un rapporto ancestrale dove forme e fenomeni sono visti come capacità creativa dell’energia interna alla terra. Questo l’intento della pubblicazione di Piermaria Luigi Rossi, ordinario di Vulcanologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e naturali.

Una raccolta di testi, immagini, racconti, ricordi e anche versi che vanno al cuore profondo delle cose.  "Lo spunto – spiega l’autore nella prefazione al testo – è stato dato dal disegno di un vulcano, fatto nel marzo del 2009 da un bambino di sei anni (mio nipote Tommaso) che aveva certamente sentito parlare di vulcani e dello "strano" lavoro del nonno".  Il disegno è quello di un vulcano nero ma che non fa paura con accanto un uomo delle stesse dimensioni  quasi a voler testimoniare la non prevalenza dell’uno sull’altro.

Si dipanano da qui le riflessioni di Rossi che fanno letteralmente il giro del mondo passando in rassegna la vita dei vulcani, gli ambienti eruttivi, il percorso della conoscenza vulcanologica attraverso le Isole Eolie, l’Etna, l’Islanda, le Ande Cilene e ancora gli abissi oceanici e tanti altri luoghi.

Singolare è poi il finale. "In questo finale di viaggio nel tempo e nei dintorni della mia ricerca scientifica,  -spiega il professor Rossi -cercherò di dare significato a quei cambiamenti dell’anima che sono stati provocati, di volta in volta dai percorsi fatti di reiterati approdi ai luoghi della conoscenza". Ed è qui che il pensiero diventa poesia e la prosa si fa da parte per lasciare spazio ai versi.

Si tratta della prima opera in cui l’autore si spinge nell’inusuale ricerca di comprendere e raccontare il rapporto tra gli innumerevoli percorsi geo-vulcanologici del suo "mestiere" e le modificazioni interiori di fronte agli infiniti paesaggi visti e ad una natura alla ricerca della propria difficile sopravvivenza.