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Arrampicata sportiva, ancora tu.

E' destino, evidentemente, che le gioie iridate del Cus Bologna di Francesco Franceschetti siano legate a una delle sezioni emergenti. Dieci anni fa, era il 2001, eravamo a Winterthur, in Svizzera, toccò a Mauro Calibani portare il Cus Bologna sul tetto del mondo.
Questa volta, invece, ad Arco, in provincia di Trento, è toccato a Matteo Stefani, classe 1993, nella paraclimbing Ifsc, specialità speed dopo aver vinto pure nella specialità del lead. Matteo, atleta non vedente, è originario di San Lazzaro, alle porte di Bologna, ed è uno degli elementi di spicco del Cus Bologna in una disciplina che è un mix di nervi, forza e grazia.
Felice e soddisfatto, Matteo, con il quale si è subito complimentato il presidente cussino Francesco Franceschetti.

"E' una passione che ho scoperto alle scuole medie. Non sono però riuscito a concretizzarla immediatamente. Poi alle superiori ho fatto il primo corso con il Cus Bologna, ho vinto un titolo italiano nella categoria Visual Impairment B1 e, ora, il titolo iridato. Questo mondiale è la svolta. Due titoli mondiali mi hanno cambiato la vita: ora sono ricercatissimo e me la godo".

Pensa già al futuro, però, il buon Matteo che, in un colpo solo, ha portato da uno a tre i titoli mondiali conquistati dal braccio sportivo dell'Alma Mater Studiorum in una lunga storia partita nell'ormai lontano 1946.

"Il mio prossimo obiettivo - dice Stefani - è rappresentato dai campionati italiani in programma a Modena allo Skipass. Intanto continuo ad allenarmi, scalando tutto quello che trovo sulla mia strada".

Matteo 18 anni, è rimasto cieco all'età di tre a causa di una malattia degenerativa che non gli ha impedito, però, di diventare un campione. E questo successo non può che aiutare a crescere il movimento degli atleti diversamente abili.