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Costumanze e tradizioni del popolo bolognese

Costumanze e tradizioni del popolo bolognese

Autore: Oreste Trebbi e Gaspare Ungarelli, a cura di Francesco Benozzo

Editore: Bononia University Press

Prezzo: 40 euro

Una sintesi ricca e compiuta sulle credenze, gli usi, le parole, i modi di vita "del popolo bolognese". Trebbi e Ungarelli suggeriscono che non basta più capire che cosa questa comunità è stata, ma che diventa necessario capire che cosa può diventare e che cosa chiede di diventare

In questo importante volume, apparso originariamente nel 1932, due illustri studiosi e personaggi bolognesi, Gaspare Ungarelli (1852-1938) e Oreste Trebbi (1872-1944), con alle spalle numerosi studi e inchieste sul campo sulle tradizioni popolari della provincia di Bologna, presentano una sintesi ricca e compiuta, rimasta ancora oggi insuperata, relativa alle credenze, agli usi, alle parole, ai modi di vita "del popolo bolognese".

Ciò di cui questo libro parla è proprio Bologna, la "bolognesità", a partire dalla raccolta e dallo studio dei suoi aspetti più radicati, di quei fermenti vitali, a volte meno visibili, appartenenti all’universo complesso, al tempo stesso remoto e presente, della millenaria civiltà rurale d’Europa.

Un’opera che seppe porsi da subito come modello per altre indagini etnografiche sulla realtà italiana, e che, soprattutto, non si rivolge con nostalgia a un passato ormai perduto e magari vagheggiato. Nella sua essenza, al contrario, parla, soprattutto a noi, di un tempo che ancora non conosciamo: studiando la relazione tra una comunità e il suo ambiente, Trebbi e Ungarelli suggeriscono infatti che non basta più capire che cosa questa comunità è stata, ma che diventa necessario capire che cosa può diventare e che cosa chiede di diventare.

La tradizione che emerge dal libro, insomma, non è la statica fotografia di "ciò che eravamo", ma è l’immagine vivente di "ciò che siamo da sempre". Un'occasione preziosissima, tra l’altro, per ripensare l'Unità italiana come progetto stratificato, aperto, plurilingue, lontano dall’idea di una cultura egemone, elitaria e imposta dall’alto, e più vicino ai dialetti, ai gesti, ai canti e ai vari saperi delle classi subalterne.

Il volume è curato da Francesco Benozzo, docente Unibo di Filologia e linguistica romanza, e fondatore dell’Etnofilologia, una disciplina che propone un’intersezione dei metodi filologici e demo-antropologici e un’approssimazione ai testi ispirata a principi libertari. Autore di numerosi volumi in Italia e all’estero, dirige anche le riviste internazionali "Quaderni di Semantica" e "Studi Celtici", ed è uno dei fondatori del gruppo di ricerca sul Paradigma della Continuità Paleolitica relativo alle lingue e culture indeuropee.