Autore: Paolo Sorcinelli e Mihran Tchaprassian
Editore: Utet
Prezzo: 18 euro
Sessant'anni fa, nel 1951, l'Italia andava sott'acqua in un susseguirsi di frane e di nubifragi. Dopo il Ferrarese e la Valtellina, il Comasco e il Trentino, il Piemonte e l'Umbria, agli inizi di ottobre un afflusso d'aria fredda di origine atlantica si scontrò con un fronte caldo proveniente dalla Tunisia. Una forte perturbazione interessò la Sardegna, la Sicilia e la Calabria, provocando 110 morti, 10 mila senzatetto e l'abbandono di quattro paesi. Infine, a novembre, la piena del Po, le rotte di Occhiobello e la "grande alluvione" del Polesine, un territorio che qualcuno definiva un angolo d'Africa a pochi chilometri da Bologna e da Venezia.
Nei primi affannosi e caotici tentativi di soccorso, un camion carico di fuggiaschi fu travolto dalle acque e divenne il simbolo della prima tragedia dell'Italia repubblicana alle prese con i problemi della ricostruzione, delle contrapposizioni ideologiche della guerra fredda, del patto atlantico e della riforma agraria. 100 mila ettari di terra allagati, 200 mila persone in fuga, 700 case distrutte, migliaia di animali annegati e un numero imprecisato di vittime. Un bilancio che sconvolse il Paese e che emozionò l'opinione pubblica di tutto il mondo.
Paolo Sorcinelli è docente di Storia sociale all'Università di Bologna (Facoltà di Lettere e filosofia) dal 1978. Fa parte del Dipartimento di Discipline storiche e dal 2001 svolge attività didattica al Polo di Rimini. E' responsabile del Laboratorio di Storia sociale Memoria del quotidiano e fa parte del comitato direttivo di Almatourism - Journal of Tourism, Culture and Territorial Development.
Mihran Tchaprassian, si interessa di storia, idrografia e cartografia storica. Ha svolto ricerche sulla storia delle estrazioni di metano e delle inondazioni nella Bassa Valle Padana.