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Porrajmos: lo sterminio degli zingari durante la seconda guerra mondiale

Si apre in occasione del Giorno della Memoria la nuova stagione de La Soffitta, la rassegna di teatro, musica, cinema e danza del Dipartimento di Musica e spettacolo. A Palazzo Marescotti un pomeriggio dedicato al ricordo della persecuzione nazista del popolo Rom e Sinti
Porrajmos: lo sterminio degli zingari durante la seconda guerra mondiale

Come ormai tradizione l'appuntamento che inaugura la stagione de La Soffitta coincide con la celebrazione per la Giornata della Memoria. Quest'anno, in particolare, l'apertura della rassegna di teatro, musica, cinema e danza del DMS è dedicata alla Porrajmos, la persecuzione nazista del popolo Rom e Sinti. L'appuntamento è per venerdì 27 gennaio, a partire dalle 15,30, presso Palazzo Marescotti (via Barberia, 4).

La giornata si apre con alcune letture dell’attrice e autrice Fiorenza Menni e prosegue con la proiezione del film documentario Porrajmos. Una persecuzione dimenticata, di Paolo Poce e Francesco Scarpelli. Il film propone le testimonianze di alcuni Rom e Sinti italiani parenti di coloro che furono deportati nei lager nazisti. Il ricordo di quegli anni bui si interseca con la situazione dei Rom e dei Sinti in Italia oggi, schiacciata tra antichi pregiudizi e nuove crisi d’identità. Si continua poi con la conferenza Le tappe principali dell’anti-zingarismo nella storia europea, a cura di Leonardo Piasere (docente di Antropologia culturale del mondo rom all'Università Ca’ Foscari di Venezia. In chiusura, ancora letture di Fiorenza Menni.

Spiega Marco De Marinis, responsabile scientifico del Centro La Soffitta e curatore di questo primo progetto della nuova stagione: "Si è sempre parlato troppo poco della distruzione dei Rom e dei Sinti durante la Seconda Guerra Mondiale. Eppure, i documenti e gli storici ci dicono inoppugnabilmente che si trattò di una strage enorme (tra cinquecentomila e un milione di individui), un vero e proprio genocidio. Ma si sa, gli zingari ancora oggi continuano ad essere vittime di pregiudizi antichi e di nuove intolleranze. Come ricorda spesso Moni Ovadia, quasi tutti ormai si professano filo-ebraici, almeno a parole, ma lo stesso non accade certo per i Rom".