L’iniziativa, riconosciuta nel 2006 tra le priorità dall’European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI), mira a salvaguardare e promuovere i risultati della ricerca nel campo delle scienze biologiche, mettendo in contatto i laboratori di ricerca presenti in Europa per consentire loro di realizzare una rete infrastrutturale bioinformatica nella quale condividere ed archiviare i risultati delle ricerche intraprese.
L’obiettivo di ELIXIR è quello di far sì che i dati biologici raccolti siano integrati in un sistema centralizzato facilmente accessibile da ogni soggetto della comunità scientifica aderente al progetto. ELIXIR è distribuita su diversi "nodi" ospitati da centri di eccellenza localizzati in tutta Europa, che forniranno una serie di servizi specializzati e complementari a quelli forniti dal nodo centrale, con sede presso l'European Bioinformatics Institute dell'EMBL (EMBL-EBI) nel Regno Unito. In particolare, il nodo italiano, i cui partner si sono recentemente riuniti a Roma per la prima assemblea generale, aveva presentato a fine 2012 un documento con il piano delle attività, indicando una serie di risorse bioinformatiche che potenzialmente potevano essere offerte dal nodo italiano.
La proposta italiana è stata successivamente valutata positivamente dallo Scientific Advisory Board (SAB) di ELIXIR e formalizzata tramite la costituzione di una Joint Research Unit. Per l’Università di Bologna referente del nodo è la professoressa Rita Casadio. La partecipazione alle JRU consentirà ai gruppi di ricerca delle istituzioni coinvolte di coordinarsi per sottoporre richieste di finanziamento ad enti pubblici e privati per il mantenimento delle infrastrutture e per la eventuale costruzione di ulteriori risorse e di coordinare le attività di addestramento di ricercatori e studenti, creando così sinergie che portino allo sviluppo di risorse sempre più efficaci ed integrate.
Il nodo italiano ha già manifestato interesse a collaborare con il nodo svizzero in un progetto pilota focalizzato allo sviluppo di risorse proteomiche e ha proposto l’avvio di un progetto pilota per lo sviluppo di processi per l’analisi di dati di sequenziamento massivo.