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Come il denaro promuove fiducia e cooperazione tra estranei

E’ dedicato al ruolo del denaro come motore di comportamenti cooperativi lo studio condotto da Marco Casari e Maria Bigoni, assieme a Gabriele Camera della Chapman University di Orange (California) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
soldi

Chi non ha in mente, quando si parla di denaro, il caro vecchio Zio Paperone, seduto tutto solo sulla sua bella montagna di quattrini? Eppure il denaro, solitamente considerato lo strumento principe per adottare comportamenti speculativi (leggi quindi egoistici), può avere, al contrario di quanto si è portati a pensare, un ruolo importante nel promuovere fiducia e collaborazione tra individui.


Tutte le società umane si basano su un assunto: la fiducia che un gesto di aiuto nei confronti di un estraneo verrà, prima o poi, ricambiato. Ma cosa accade quando si passa da clan di nomadi a società complesse con migliaia di individui che non si conoscono tra di loro?


Uno studio condotto da Marco Casari, Maria Bigoni, entrambi del Dipartimento di Scienze Economiche e Gabriele Camera (Chapman University) ha analizzato i risultati di una serie di simulazioni in cui i partecipanti si sono trovati di fronte ad alcune opportunità di aiutare una controparte anonima.

Se da un lato la fiducia e la cooperazione – dimostra la ricerca – diminuiscono con l’aumentare della numerosità del gruppo, dall’altro la possibilità di utilizzare gettoni (senza valore) cambia radicalmente la situazione. I gettoni diventano infatti subito moneta: i soggetti acquistano fiducia nella possibilità di ricevere aiuto se spendono uno o più gettoni per riceverlo e l’uso dei gettoni rende i livelli di cooperazione indipendenti dalla dimensione del gruppo.

I gettoni diventano perciò denaro nel momento in cui i membri del gruppo, che non si fidano l’uno dell’altro, hanno però la fiducia che il gettone ricevuto oggi possa essere scambiato con l’aiuto di un estraneo domani.


Ma il denaro si limita a sopperire quindi ad una mancanza di fiducia verso il prossimo o favorisce anche la cooperazione tra estranei?  Secondo i ricercatori sono vere entrambe le tesi. Se da un lato infatti il ruolo del denaro si configura nel porre rimedio parziale ad una scarsa fiducia nel prossimo, dall’altro l’oggetto simbolico rappresentato dal denaro stesso sostiene e alimenta la catena cooperativa che è alla base delle società umane.