Evidenziare gli effetti positivi di tre componenti bioattivi (acido docosaesaenoico, beta-glucani, e antocianine) utilizzati come ingredienti in tre matrici alimentari (prodotti da forno, lattiero-caseari e a base di uova), utilizzando un approccio che possa essere poi applicabile ad altri bioattivi ed altre matrici. E' lo scopo del progetto PATHWAY-27, finanziato dalla comunità europea e coordinato dall'Università di Bologna.
Ogni anno i paesi dell’Unione Europea spendono miliardi di euro per curare malattie come la sindrome metabolica, le malattie cardiovascolari, il diabete. Una dieta corretta può migliorare molti dei fattori di rischio di queste malattie, ad esempio l’ipertensione e gli elevati livelli di colesterolo, trigliceridi e zuccheri nel sangue. E anche i componenti bioattivi degli alimenti possono rivelarsi particolarmente utili, diventando ingredienti di alimenti comuni che, pur rimanendo gustosi, possono migliorare in modo significativo la salute ed il benessere.
Obiettivo di PATHWAY-27 è non solo fare maggiore chiarezza sui potenziali benefici e sul meccanismo di azione dei tre bioattivi presi a modello, ma formulare con questi composti nuovi alimenti che abbiamo un impatto positivo scientificamente dimostrato sulla salute dell’uomo.
A partire dai risultati del progetto saranno poi sviluppate linee guida dirette non solo al mondo della ricerca ma anche alle piccole e medie industrie alimentari, al fine di favorirne la capacità di innovazione e la competitività. Tutto questo a vantaggio del consumatore, che potrà trovare sul mercato nuovi alimenti la cui reale possibilità di migliorare lo stato di salute ed il benessere sia scientificamente dimostrata. Inoltre PATHWAY-27 contribuirà all’implementazione della legislazione europea sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche applicabili agli alimenti.
Il progetto PATHWAY-27 è coordinato dalla docente Unibo Alessandra Bordoni, coadiuvata da tre colleghi sempre dell'Alma Mater: Luigi Ricciardiello (co-coordinatore), Francesco Capozzi e Andrea Gianotti. I tre ricercatori bolognesi partecipano attivamente a tutte le fasi del progetto, dalla formulazione degli alimenti arricchiti in bioattivi, alla valutazione del meccanismo d’azione e dell’efficacia degli stessi sia in studi in vitro che in sudi di intervento sull’uomo, nonché alla stesura delle linee guida.