Tutto è cominciato con il test di ingresso: venerdì 17 settembre 1993. Sono passati poco più di 20 anni da quel giorno e gli ex studenti di allora hanno deciso di darsi appuntamento, sabato pomeriggio, proprio nell’aula III di via Zamboni 38 dove l’avventura di quelli che i giornali chiamarono "i secchioni di Eco" ebbe inizio.
Un ritrovo che è partito da un invito lanciato su Facebook e che si è diffuso piano piano con il passa parola. "Quando ho saputo dell’evento - ha detto una delle studentesse di allora - non sapevo cosa fare, ero indecisa tra l’angoscia e la curiosità. Alla fine ho scelto per la curiosità e ho fatto bene". L’aria che si respirava era una bella aria di festa, tanti volti sorridenti e stupiti di riconoscersi ancora dopo tanti anni.
All’incontro hanno preso parte anche molti docenti, a incominciare da Umberto Eco, venuto appositamente da Milano, per rivedere i suoi pupilli. E ancora: Roberto Grandi, Pier Paolo Giglioli, Luciano Casali, Marina Mizzau, Eleonora Rizza, Luciano Bozzo, Gabriele Falciasecca, Giuseppe Richeri, Giovanna Cosenza e Costantino Marmo.
Dopo i primi saluti Umberto Eco ha ringraziato i suoi ex studenti salutandoli come "reduci". Poi una sorta di quiz, preparato per l’occasione, a cui tutti, ex studenti e docenti, sono stati chiamati a rispondere. Domande sugli esami e le ingegnose modalità per conoscere il proprio voto, sui manuali dai titoli impossibili da pronunciare (e ancor più da ricordare); sugli esercizi di stile da cui poi nacque il libro "Povero Pinocchio", sugli pseudonomi utilizzati dagli studenti per il corso di italiano. E ancora il ricordo delle indimenticabili lezioni del professor Mauro Wolf scomparso prematuramente. Aneddoti e racconti oltre ai video. Sì perché anche gli assenti hanno in qualche modo voluto esserci, contribuendo a riempire di emozioni i banchi dell’aula III di Lettere. I banchi dove la storia, anzi tante storie, ebbero inizio.
(Articolo scritto con contributo di Ughetta Tona)