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Online i "Cataloghi d’asta" della Fondazione Federico Zeri

Un nuovo database per studiosi, collezionisti e appassionati di Storia dell'arte è consultabile gratuitamente dal sito
cataloghi

Da febbraio la Fondazione Zeri mette online il nuovo database "Cataloghi d’asta". Una banca dati perfettamente integrata con quella della Fototeca Zeri.

La quantità di informazioni disponibili e la possibilità di mettere in relazione i cataloghi con le opere e le fotografie rendono questo strumento unico e indispensabile per la ricostruzione di collezioni disperse e per gli studi sul collezionismo. Il fine è quello di divulgare il prezioso lascito di Federico Zeri e permettere agli studiosi di fruire direttamente di questo patrimonio.

 Il database ha infatti l’obiettivo di mettere in relazione le informazioni derivanti dai cataloghi con le opere e le fotografie, quindi tra il "Catalogo d’asta" e la Fototeca Zeri.

Il database "Cataloghi d’asta" permette ricerche immediate e specifiche, fino ad oggi impossibili, che non si limitano all’usuale ricerca bibliografica, bensì si estendono al Luogo e alla Data di vendita, al Codice d’asta, alla Collezione, alla Tipologia, finanche alla Datazione delle opere vendute. Sarà così possibile "sfogliare virtualmente" i cataloghi consultando il materiale semplicemente online.


Le opere presenti in questa collezione rappresentano un patrimonio di grande valore sia per la collaborazione di cui si è avvalso Zeri con antiquari, collezionisti e case d’asta, sia per la presenza di dettagli d’acquisto, annotazioni sul prezzo e/o sulle opere d’arte vendute, fatte personalmente dallo studioso. All’interno della raccolta ci sono cataloghi riguardanti la storia dell’arte dalla fine dell’Ottocento al 1998, non solo italiani, ma anche stranieri. La collezione è composta da 37.000 cataloghi d’asta, la più cospicua presente in Italia, di cui finora ne sono stati catalogati 14.000. Alla collezione di Zeri si è recentemente aggiunta la raccolta completa dei cataloghi Finarte, una donazione di oltre 1.200 volumi.


Questo progetto si è potuto realizzare grazie al contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, nonché all’ausilio dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali, Naturali, e del Settore Gestione e sviluppo del Polo Bolognese dell’Università di Bologna.