Ciao Silvia, di cosa ti occupi?
Mi occupo dello studio dei fattori genetici coinvolti nell’autismo. In particolare la mia tematica di ricerca si focalizza sull’identificazione delle alterazioni del DNA, che potrebbero rappresentare dei fattori di suscettibilità a tale disturbo, nei soggetti affetti. Gli studi condotti finora hanno dimostrato che i geni principalmente colpiti sono quelli che agiscono a livello neuronale, pertanto lo scopo della mia ricerca è individuare i geni potenzialmente implicati e comprendere il loro ruolo all’interno del sistema nervoso centrale.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Penso di essermi avvicinata alla ricerca durante il tirocinio della laurea magistrale, che ho svolto nello stesso laboratorio di ricerca in cui attualmente svolgo il dottorato. Sin da subito mi sono appassionata al campo della genetica umana e allo studio di patologie complesse, come l’autismo, le cui cause genetiche ad oggi non sono ancora del tutto note.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
La complessità dei meccanismi biologici e la variabilità genetica tra gli individui.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Penso al resoconto della giornata. Penso a tutto quello che avevo programmato di fare e che sono riuscita a portare a termine e a trovare una spiegazione scientifica ai risultati ottenuti.
E quando ti svegli al mattino?
Alla giornata che dovrò affrontare. Penso che dovrò essere concentrata in modo tale che tutto vada a buon fine e spero che sia il giorno giusto per ottenere un risultato interessante.
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
L’individuazione di target per la ricerca farmacologica.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Ho imparato che nella vita bisogna sempre seguire le proprie passioni e cercare di raggiungere al meglio gli obiettivi che ci siamo prefissati, anche se la strada da percorrere è spesso tortuosa. Ho imparato a migliorare me stessa, cercando di superare i miei limiti, e a condividere idee e dubbi con i miei colleghi di lavoro.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Che la ricerca è indispensabile per il progresso dell’umanità e deve essere pensata non come una spesa, ma come un investimento.