Lo studio che sta seguendo mette in evidenza le elevate incidenze di disturbi/difficoltà di apprendimento nei nati pretermine. Quali le innovative prove sperimentali che la ricerca affianca alle metodologie di indagine più tradizionali?
La nascita pretermine, definita da un'età gestazionale minore di 37 settimane, è un evento frequente (in Italia riguarda il 7% delle nascite) che può determinare problematiche nello sviluppo fisico e psicologico a lungo termine. Negli ultimi anni è stata messa in luce nei nati pretermine una maggiore necessità di supporto educativo e una elevata incidenza di disturbi/difficoltà di apprendimento che possono arrivare anche al 50% nel caso di una nascita prima delle 28 settimane di età gestazionale. Nonostante l’estrema rilevanza di questa problematica nel mondo della scuola e l'elevata incidenza delle difficoltà e dei disturbi nei nati pretermine, i processi di base sottostanti agli apprendimenti non sono stati sufficientemente indagati. L’innovazione di questo studio è comprendere lo sviluppo degli apprendimenti dei bambini nati pretermine utilizzando, oltre a strumenti standardizzati già utilizzati in letteratura, prove sperimentali e misure, quali i movimenti oculari, che permettono l’analisi online dei processi cognitivi. Le prestazioni dei bambini nati pretermine sono state confrontate per la prima volta con quelle di un gruppo di bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, cercando di comprendere possibili analogie e differenze nei processi di base degli apprendimenti.
La ricerca è interdisciplinare ovvero fa lavorare insieme gruppi di psicologi e di neonatologi. Quale il valore aggiunto di questo approccio?
La ricerca con il suo carattere multidisciplinare permette di integrare le competenze e le conoscenze di Psicologi dello Sviluppo, Neonatologi e Psicologi Generali. Gli Psicologi dello Sviluppo hanno un expertise sullo studio delle competenze linguistiche e di apprendimento nei bambini nati pretermine; i Neonatologi analizzano il ruolo dei fattori di rischio medici e biologici legati alla nascita pretermine; gli Psicologi Generali integrano la loro competenza sull’analisi dei movimenti oculari e sulla popolazione di bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento. L’insieme di queste competenze è indispensabile per comprendere lo sviluppo a lungo termine del bambino nato pretermine attraverso una prospettiva integrata che utilizza strumentazioni disponibili presso il Dipartimento di Psicologia (Del - Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo e Lada - Laboratorio Assessment Disturbi di Apprendimento) e l’Unità di Neonatologia dell’Università di Bologna.
Quali le ricadute attese della ricerca in questione e il suo impatto sulla società?
I risultati ottenuti dal presente studio permettono di comprendere i processi che determinano le difficoltà negli apprendimenti dei bambini nati pretermine in relazione alla lettura, scrittura e calcolo. Questi risultati aprono la strada a nuovi percorsi di prevenzione per i bambini nati pretermine che possano essere efficaci per ridurre l’incidenza di difficoltà scolastiche e migliorare la loro qualità di vita. La trasmissione di questa conoscenza è facilitata dal forte radicamento sul territorio del gruppo di ricerca attraverso i Servizi Clinici del Dipartimento di Psicologia (Lada - Servizio per la Diagnosi dei Disturbi di Apprendimento e Seres - Servizio Psicologico di consultazione per rischi e ritardi evolutivi e problematiche educative e scolastiche), le associazioni dei genitori (CucciolO- Associazione in Bologna dei Genitori dei Bambini nati pretermine) e le collaborazioni con il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.
Come possono contribuire i cittadini?
È necessaria una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza verso il bambino nato pretermine e la sua famiglia, accogliendo le preoccupazioni dei genitori e i diritti del bambino. Purtroppo ancora poco conosciuta è la Giornata Internazionale del Neonato Pretermine (17 novembre) e la Carta dei diritti del bambino nato prematuro che con l’articolo 8 mette in luce come “il neonato prematuro ha diritto alla continuità delle cure post-ricovero, perseguita attraverso un piano di assistenza personale esplicitato e condiviso con i genitori, che coinvolga le competenze sul territorio e che, in particolare, preveda, dopo la dimissione, l’attuazione nel tempo di un appropriato follow-up multidisciplinare, coordinato dall’equipe che lo ha accolto e curato alla nascita e/o che lo sta seguendo”. Per poter aiutare il bambino pretermine e la sua famiglia è quindi necessario non fermarsi e continuare a far ricerca per trovare interventi che siano sempre più efficaci. Per fare questo è necessario un sostegno della cittadinanza, per la formazione di nuovi studiosi, grazie alle donazioni del cinque per mille all’Università di Bologna che finanziano nuove borse di studio per dottorandi.