Senza la Ricerca? UniboMagazine intervista Martina Zangheri
5 PER MILLE UNIBO / Riparte la campagna per il 5 per mille a favore della ricerca dell'Università di Bologna, e tornano le interviste su UniboMagazine ai giovani ricercatori dell'Alma Mater. La prima è Martina Zangheri, che lavora allo sviluppo di un biosensore portatile per controllare lo stato di salute dell'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale
Ciao Martina, di cosa ti occupi?
Mi occupo dello sviluppo di dispositivi portatili per analisi diagnostiche che possano essere utilizzati in modo semplice ed immediato anche al di fuori di un laboratorio specializzato. Sempre più spesso infatti è necessario effettuare analisi in condizioni estreme e di emergenza come nel caso della medicina di urgenza o nei paesi in via di sviluppo, dove occorrono metodi analitici a basso costo che non richiedano strutture specializzate. In questo contesto ci stiamo occupando dello sviluppo di un dispositivo che verrà inviato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per monitorare lo stato di salute dei membri dell’equipaggio. Questo progetto si avvale della collaborazione della NASA ed è stato selezionato dall'Agenzia Spaziale Italiana.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Durante il periodo di tesi che ho trascorso presso il Laboratorio di Chimica Analitica e Bioanalitica diretto dal professor Aldo Roda mi sono appassionata al mondo della ricerca e ho quindi cercato di proseguire questo cammino.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
Mi appassiona il fatto di cercare delle soluzioni pratiche a problemi che ci riguardano da vicino. Credo che la possibilità di diminuire tempi e costi per la diagnosi precoce di eventuali disturbi sia una sfida di grande interesse, in quanto ci permetterebbe di agire più tempestivamente con le opportune terapie.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Ai problemi che non sono riuscita a risolvere durante la giornata.
E quando ti svegli al mattino?
Agli stessi problemi della sera precedente, a cui spero di trovare soluzione durante la nuova giornata.
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
In questo ambito di ricerca sarebbe molto utile poter integrare i dispositivi per analisi diagnostiche con tecnologie largamente diffuse come smartphone, tablet e PC. Questi strumenti, oltre ad essere molto semplici da utilizzare, hanno anche la potenzialità di connettersi alla rete, permettendo così di condividere in tempo reale l’esito delle proprie analisi con esperti che possano intervenire in modo immediato. Anche il nostro gruppo di ricerca sta affrontando questa sfida già da diverso tempo e credo che nel futuro potrebbe essere di grande impatto.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Che i problemi non sono limiti ma occasioni per ideare e sviluppare qualcosa di nuovo.
Come sarebbe il mondo senza ricerca?
Non può esistere un mondo senza ricerca perché la curiosità e la necessità di risolvere i problemi non possono essere eliminate, fanno parte della nostra natura. La ricerca è nata insieme all'uomo, che da subito ha dovuto far fronte agli ostacoli più elementari che poneva la natura; nel corso della storia ha resistito anche nei periodi più difficili e credo proprio che continuerà a farlo.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
La ricerca da sempre si occupa di trovare risposte e soluzioni ai nostri problemi e alle nostre necessità e ha contribuito in modo fondamentale al miglioramento della qualità della vita. Tutti noi quotidianamente usufruiamo dei vantaggi e delle comodità che la ricerca ha portato in qualsiasi campo e credo quindi che sia giusto e importante che ognuno contribuisca ora ad aiutare la ricerca.