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CollettivO CineticO e progetto RIC.CI: "fare danza oggi" e "rifare la danza"

Tre appuntamenti dedicati alla danza al Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna: Fare e rifare la danza. Pratiche coreografiche del contemporaneo

Da mercoledì 6 a venerdì 8 aprile, tre appuntamenti dedicati alla danza, a cura di Elena Cervellati: "Fare e rifare la danza pratiche coreografiche del contemporaneo" per il Centro La Soffitta 2016 del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

Mercoledì 6 e giovedì 7 aprile, alle ore 21, presso i Laboratori delle Arti/Hall Teatro, il CollettivO CineticO presenterà "| X | No, non distruggeremo il Teatro della Soffitta" e "XD scritture retiniche sull’oscenità dei denti": il primo lavoro è un dispositivo coreografico interattivo, che mira al coinvolgimento ludico del pubblico, mettendone in campo la responsabilità delle scelte. Gli spettatori avranno a disposizione una particolare tastiera per guidare tre persone bendate alla mappatura del luogo tramite una mazza da baseball. Il codice di istruzioni sarà basato sul sistema vettoriale e il pubblico avrà trenta minuti per decifrarlo e apprenderlo per tentativi, osservando e gestendo le conseguenze dei comandi impartiti. Compositivo o distruttivo, timido o goliardico, passivo o ludico, questo meccanismo performativo lascia emergere il carattere e le scelte di ogni assortimento di pubblico in un passaggio continuo di responsabilità tra autore, performer e spettatori; il secondo frammento sarà invece un quartetto che si costruirà attraverso un immaginario fumettistico popolato di manga e supereroi.

Al termine degli spettacoli la compagnia CollettivO CineticO incontrerà il pubblico che potrà conoscere le modalità di lavoro e la poetica dall’interno, grazie a un laboratorio pratico condotto da Francesca Pennini, il 7 aprile dalle 9.30 alle 14.


Venerdì 8 aprile, dalle 15 alle 18.30, nel Salone Marescotti, ci sarà invece una giornata studio, " Mettere in moto la memoria. Il progetto RIC.CI", per riflettere su un progetto che da qualche anno sta stimolando la ripresa di alcuni titoli-faro della danza contemporanea italiana, nati tra gli anni ottanta e gli anni novanta del Novecento, RIC.CI, ideato da Marinella Guatterini.

A partire dagli anni ottanta del Novecento si assiste a un impennarsi di interesse per il recupero di spettacoli di danza relativamente recenti, che non si limita al repertorio classico-accademico, ma investe pure altre categorie, rivolgendo la propria attenzione a creazioni fiorite all’inizio del secolo, dalla danza d’espressione alle esperienze d’avanguardia. Non solo: alcuni coreografi si dedicano a riprendere alcune delle creazioni da loro stessi ideate in passato, che vengono ora eventualmente ripensate per nuovi interpreti. Parallelamente, anche gli studiosi mostrano un crescente interesse per queste pratiche, come testimoniano convegni e saggi che, a partire dagli anni novanta, tentano di registrare e indagare un fenomeno in atto.  In questo panorama in fermento si colloca e spicca il progetto RIC.CI, ideato da Marinella Guatterini a partire dal 2010, che, coinvolgendo artisti e operatori, dona al pubblico di oggi la possibilità di vedere dal vivo spettacoli nati ieri, tra gli anni ottanta e novanta, in un “rifare la danza” che diventa, inevitabilmente, un “fare” assolutamente contemporaneo: Calore (1982/2012), di Enzo Cosimi, Pupilla (1983/2014), di Valeria Magli, La Boule de neige (1985/2013), di Fabrizio Monteverde, Duetto (1989/2011), di Alessandro Certini e Virgilio Sieni, Terramara (1991/2013), di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, e-ink (1999/2015), di Michele Di Stefano, Uccidiamo il chiaro di luna (1997/2015), di Silvana Barbarini (8 aprile ore 15-18.30 Salone Marescotti, Palazzo Marescotti via Barberia 4, Bologna-ingresso libero).

I progetti de La Soffitta 2016, a cura dei docenti del Gruppo di lavoro del Centro Dipartimentale, sono realizzati grazie al sostegno dell' Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura, Città Metropolitana e Comune di Bologna.