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Una studentessa Unibo è Youth Delegate alle Nazioni Unite per l’Italia

Giuseppina De Marco, 23 anni, iscritta al quinto anno di Giurisprudenza ha passato tre settimane da diplomatica al Palazzo di Vetro di New York. Alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale, dedicata ai diritti umani, ha chiesto di affrontare il tema dei NEET: i giovani che non studiano e non lavorano


Tre settimane a New York, nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite
. Tre settimane di lavoro, a stretto contatto con i diplomatici di tutto il mondo. Tre settimane da Youth Delegate, per far sentire in campo internazionale la voce, le idee, le proposte dei giovani italiani. A partire da un tema preoccupante, quello dei NEET: la crescente fascia di ragazze e ragazzi che, senza prospettive per il futuro, non studiano e non lavorano.

È l’avventura vissuta da Giuseppina De Marco, 23 anni, studentessa Unibo, iscritta al quinto anno di Giurisprudenza e selezionata per rappresentare l’Italia all’interno dello United Nations Youth Delegate Programme, il programma che offre ai giovani tra i 18 e i 30 anni la possibilità di partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Insieme al collega Tommaso Murè, di Roma Tre, Giuseppina ha partecipato ai lavori della Terza Commissione dell’Assemblea Generale, dedicata ai diritti umani.

“È stata un’esperienza bellissima, emozionante e indimenticabile”, racconta. “Nella nostra veste di Youth Delegate, abbiamo potuto prendere parte ai lavori come dei delegati a tutti gli effetti. Ci siamo potuti confrontare con i nostri coetanei degli altri paesi e abbiamo portato la nostra visione e la nostra proposta all’attenzione dell’Assemblea Generale”.

L’Italia partecipa quest’anno per la prima volta allo United Nations Youth Delegate Programme, grazie alla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), d’intesa con il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. E l’Università di Bologna è tra i partner del progetto. “È un anno particolare per l’Italia a livello internazionale”, continua Giuseppina De Marco. “È membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha ospitato il G7 e fa parte della Troika OSCE, di cui assumerà la presidenza nel 2018: anche per questo la SIOI ha deciso proprio quest’anno di avviare l’esperienza dello United Nations Youth Delegate Programme”.

All’ONU i due Giovani Delegati italiani hanno portato la voce della loro generazione, proiettata verso il futuro con la voglia di contribuire al raggiungimento degli obiettivi che le nazioni del mondo hanno fissato nell’Agenda 2030. Ma, parlando di giovani, hanno anche ricordato la necessità di affrontare con decisione un tema che sta assumendo dimensioni preoccupanti: quello dei cosiddetti NEET, acronimo inglese che sta per “Not in Education, Employment or Training”: ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano.

“I dati sul fenomeno dei NEET sono preoccupanti”, spiega ancora la Giovane Delegata Unibo. “Nel nostro intervento abbiamo sottolineato che è necessario uno sforzo comune su questo tema per sostenere lo sviluppo personale, sociale e professionale delle giovani generazioni”. Un appello che è stato accolto con favore dalla Terza Commissione dell’Assemblea Generale. “In sede di negoziazione della risoluzione sui programmi e le politiche giovanili a nome dell’Italia abbiamo proposto di inserire un riferimento ai NEET. Il tema ha trovato il consenso degli Stati Membri e la risoluzione con la nostra proposta è stata adottata pochi giorni fa, lo scorso 17 novembre”.

Ma l’esperienza da diplomatica alle Nazioni Unite di Giuseppina De Marco non si è fermata qui. “Abbiamo avuto la possibilità di incontrare il segretario generale António Guterres – continua – e sono stata scelta come portavoce di tutti gli Youth Delegate per pronunciare il nostro discorso di saluto”. I due Giovani Delegati italiani hanno inoltre potuto incontrare Jayathma Wickramanayake, la nuova inviata del Segretario Generale per la gioventù.

Da tempo interessata al diritto internazionale, Giuseppina ha già preso parte a diverse esperienze fuori dai confini del nostro paese. E ha intenzione di continuare su questa strada “Ho scelto di studiare all’Università di Bologna anche per questo”, spiega. “Per il suo carattere internazionale e perché sapevo che qui avrei avuto sostegno e opportunità per approfondire e applicare sul campo quanto imparato in aula. E la possibilità di partecipare allo United Nations Youth Delegate Programme è una perfetta testimonianza di questa apertura”.

Un’esperienza, quella da Giovane Delegata, che non si è conclusa con le tre settimane al Palazzo di Vetro di New York. “La carica di Youth Delegate è annuale, quindi fino alla prossima primavera continueremo a lavorare. Incontreremo i giovani italiani nelle università e nelle scuole , le attività in cantiere sono tante”. Un’avventura che è anche una responsabilità, insomma. “Poter partecipare alla macchina diplomatica dei lavori dell’ONU è stata un’esperienza unica”, conclude la studentessa Unibo. “Ti fa capire il funzionamento e i meccanismi di processi che altrimenti sono molto difficili da cogliere. E ti mette nella condizione di poter avvicinare l’ONU agli altri studenti, ai tuoi coetanei”.