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Genomica e parametri ematologici: dal suino nuove informazioni per l’adattamento agli stress ambientali

Un nuovo studio è riuscito ad identificare nel suino i geni che regolano diversi importanti componenti presenti nel sangue: la novità può permettere di ottenere animali più resilienti nel contesto del cambiamento climatico e apre nuovi fronti di ricerca per lo studio di importanti patologie croniche che colpiscono l’uomo


Uno studio coordinato da ricercatori dell’Università di Bologna ha permesso di individuare i marcatori genetici che influenzano alcuni dei principali parametri ematologici nel suino, dal colesterolo ai trigliceridi fino ai livelli di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine nel sangue. La ricerca – pubblicata su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature – fornisce nuove informazioni sulla capacità immunitaria e di resistenza agli stress ambientali di questa specie animale. Novità che hanno implicazioni non solo in campo zootecnico, ma anche per l’utilizzo del suino come modello animale in campo medico.

“I risultati ottenuti da questo studio hanno un duplice impatto”, conferma il professore dell’Università di Bologna Luca Fontanesi, che ha coordinato la ricerca. “Da un lato si rivelano particolarmente utili in ambito zootecnico, per meglio indirizzare la selezione degli animali ed ottenere così suini con alte capacità di adattamento al riscaldamento globale. Dall'altro, facendo chiarezza su diversi meccanismi biologici tra cui la regolazione del livello di colesterolo nel sangue, permettono un migliore utilizzo del suino come modello animale nella medicina traslazionale”.

SANGUE E DNA
Il lavoro degli studiosi è partito da uno dei metodi più diffusi per monitorare lo stato di salute: le analisi del sangue. La novità, però, è che a queste i ricercatori hanno affiancato uno studio genetico avanzato con l’obiettivo di individuare nel suino i marcatori responsabili per la regolazione dei diversi parametri ematologici.

“Capire come questi parametri sono geneticamente regolati ha importanti conseguenze”, spiega Luca Fontanesi. “Può permettere infatti di migliorare l’animale, rendendolo più sano e resistente a malattie e stress ambientali. E offre prospettive interessanti anche in relazione allo studio di patologie umane come l’arteriosclerosi e l’obesità”.

MARCATORI E REGOLATORI
I ricercatori hanno preso in considerazione 30 diversi parametri ematologici del suino identificando, con un’approfondita analisi del DNA, 52 regioni del genoma connesse alla loro regolazione. Spiccano in particolare quelle che controllano i livelli dei basofili (una tipologia di globuli bianchi coinvolta nelle principali reazioni allergiche), quelle che controllano il metabolismo e il turnover del colesterolo e altre coinvolte nel metabolismo epatico e nelle reazioni immunologiche.

“Confrontando un elevato numero di parametri ematologici con la variabilità a livello del DNA – spiega il ricercatore dell’Università di Bologna Samuele Bovo, primo autore dello studio – siamo stati in grado di identificare i geni che regolano il metabolismo cellulare, il livello di trigliceridi, di colesterolo e di diversi altri parametri, tra cui linfociti, globuli rossi e piastrine nel sangue”.

Queste nuove informazioni possono rivelarsi particolarmente preziose per capire come il suino può rispondere agli stress ambientali e resistere ad alcune malattie. Una novità che può quindi avere conseguenze importanti nel settore delle produzioni animali, in particolare per ottenere animali più resilienti nel contesto del cambiamento climatico e più resistenti alle malattie. Inoltre, dal suino si aprono nuovi fronti di ricerca anche per lo studio di importanti patologie croniche che colpiscono l’uomo.

I PROTAGONISTI DELLO STUDIO
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, con il titolo “Genome-wide association studies for 30 haematological and blood clinical-biochemical traits in Large White pigs reveal genomic regions affecting intermediate phenotypes”. Gli autori sono: Samuele Bovo, Gianluca Mazzoni, Francesca Bertolini, Giuseppina Schiavo, Giuliano Galimberti, Maurizio Gallo, Stefania Dall’Olio e Luca Fontanesi.

Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna. Il gruppo è coordinato da Luca Fontanesi e comprende anche Samuele Bovo, Giuseppina Schiavo e Stefania Dall’Olio. Per l’Università di Bologna è stato coinvolto inoltre Giuliano Galimberti del Dipartimento di Scienze Statistiche “Paolo Fortunati”. Hanno collaborato anche Gianluca Mazzoni e Francesca Bertolini della Technical University of Denmark (Danimarca) e Maurizio Gallo dell’Associazione Nazionale Allevatori Suini.