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Unibo collabora con il CNEL per la nuova relazione sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni

Alla stesura del documento, a cui ha contribuito anche il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Alma Mater, emerge in particolare il divario tra Nord e Sud Italia, sempre più accentuato tranne poche eccezioni, nel rapporto tra il peso economico e la qualità delle prestazioni erogate

L'Università di Bologna ha collaborato alla stesura della "Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini". Al documento, realizzato dal CNEL, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, ha infatti contribuito anche il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Alma Mater, in particolare con il professor Emanuele Padovani.

Dalla relazione emerge in particolare il divario tra Nord e Sud Italia, sempre più accentuato tranne poche eccezioni, nel rapporto tra il peso economico e la qualità delle prestazioni erogate dalle pubbliche amministrazioni. Il costo maggiore che pesa su cittadini e imprese riguarda i servizi amministrativi (205 euro pro capite, con un aumento del 0,6%), i servizi legati all'istruzione impegnano mediamente 681 euro per ciascun residente sui bilanci degli enti comunali, mentre i servizi del sociale costano 77 euro pro capite (-1%). Il dato più critico è rappresentato è rappresentato però dagli asili nido, che - tranne pochi casi virtuosi - sono ancora sottodimensionati rispetto alle reali esigenze delle famiglie e vedono diminuire gli investimenti, rappresentando anche uno dei maggiori ostacoli alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne.

Sul fronte sanitario l’Italia si colloca tra i paesi più virtuosi anche se i risultati ottenuti in termini di salute e di efficienza sanitaria sono inficiati nel loro valore dal peso delle disparità che si registrano nell'offerta di servizi, nei tempi di attesa e nelle differenze territoriali. Per la propria salute i cittadini spendono mediamente 655 euro all'anno. L’Italia è il paese europeo con le più grandi differenze tra regioni. Il nostro Paese non eccelle neanche in termini di innovazione tecnologica. Il livello di digitalizzazione è medio-basso: l’Italia è tra gli stati "non-consolidated eGov", che non sfruttano cioè appieno le opportunità fornite dalle tecnologie digitali. Situazione opposta per le amministrazioni centrali dello Stato che hanno raggiunto punte di eccellenza e consentono la gestione online della quasi totalità dei procedimenti amministrativi di propria pertinenza: come nel caso dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps e dell’Agenzia delle Dogane che rappresentano esempi concreti di un’efficace interazione con cittadini e imprese attraverso i propri siti web.