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Una nuova biotecnologia per i biopesticidi sostenibili del futuro

Basata su un processo naturale noto come RNA interferente o RNAi, potrebbe permettere di creare prodotti non tossici capaci di colpire in modo mirato ed efficace specifici patogeni. UniboMagazine ne ha parlato con la professoressa Elena Baraldi, che si è occupata di questo tema in un intervento pubblicato sulla rivista Trends in Biotechnology


Elena Baraldi, professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari


Tra gli interventi contenuti nel Green Deal promosso dalla Commissione Europea, la strategia F2F, ovvero Farm to Fork, prevede di realizzare entro il 2030 una trasformazione radicale del sistema produttivo alimentare, per garantire cibo sufficiente a tutta la popolazione in modo sostenibile e sicuro. Un obiettivo da raggiungere attraverso diverse strategie, tra cui una diminuzione fino al 50% dell'utilizzo di agrofarmaci e fertilizzanti di sintesi e una conversione di almeno il 25% dell’attuale suolo agricolo a regime biologico.

Pur essendo però un obiettivo europeo ormai di lunga data, la riduzione dell'utilizzo degli agrofarmaci sembra ancora molto lontana a causa di un forte ritardo su questo tema del settore della ricerca e dell'innovazione. Ma all’orizzonte c'è ora una soluzione promettente, che potrebbe segnare un'accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dall'Europa: l'utilizzo di una nuova biotecnologia nota come RNA interferente o RNAi.

UniboMagazine ne ha parlato con Elena Baraldi, professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, che su questo tema ha appena pubblicato sulla rivista Trends in Biotechnology un intervento firmato insieme a colleghi dell’Università di Ghent (Belgio), dell'Università Politecnica delle Marche e dellUniversità di Wageningen (Paesi Bassi).

Professoressa Baraldi, quali prospettive ci sono per arrivare ad una strategia di difesa delle colture che risponda agli obiettivi di sostenibilità europei?
Sia la Commissione Europea che importanti istituzioni come la European Crop Protection Association riconoscono l’urgenza di promuovere forti investimenti per lo sviluppo di strategie alternative a quelle attuali. Che dovranno essere non solo efficaci, ma anche adattabili a diversi patogeni e infestanti, sia quelli già diffusi che altri ancora sconosciuti. E dovranno essere benevole per l’ambiente e per l’uomo, di facile sviluppo, oltre che economicamente sostenibili. Solo così si potrà continuare a garantire un adeguato approvvigionamento di cibo nel contesto di un'Europa sostenibile.

In che modo è possibile raggiungere questo obiettivo?
Esiste una nuova biotecnologia, nota come RNA interferente o RNAi, che riteniamo possa candidarsi come strategia vincente per il controllo dei patogeni in questa prospettiva. L’RNAi è un processo naturale, che si trova comunemente negli organismi eucarioti come piante e animali, grazie al quale piccole molecole di RNA a doppio filamento, note come dsRNA, silenziano l’espressione di alcuni geni seguendo specifiche sequenze. Partendo quindi da queste molecole e sfruttando questa loro specificità di sequenza, è possibile sviluppare biopesticidi che permettono di silenziare in modo mirato geni chiave per la crescita di patogeni e insetti, con risultati diversi a seconda del gene colpito.

Quali sono i vantaggi di questa tecnologia?
Sicuramente la sua alta specificità, cioè la capacità di progettare molecole in grado di colpire unicamente i patogeni bersaglio, senza conseguenze per altre specie: un grande vantaggio per la salvaguardia dell’ambiente rispetto ai tradizionali agrofarmaci di sintesi ad ampio spettro. Inoltre, l’RNA è poco mobile nel suolo, quindi non si disperde nell'ambiente, non è tossico e si degrada rapidamente.

In che modo potrebbe essere applicato alle colture?
Ci sono due modalità possibili. Si possono sviluppare piante OGM che esprimono gli RNA contro i patogeni target: un'alternativa che potrebbe essere di interesse per l'industria vivaistica per la produzione di portainnesti. Ma si possono anche sviluppare prodotti specifici a base di RNA da applicare in campo come già avviene con i comuni agrofarmaci, evitando la produzione di piante geneticamente modificate. I piccoli RNA possono essere prodotti in nuovi formulati ad elevata efficacia per il controllo di funghi patogeni e insetti, con diverse modalità di somministrazione: spray, assorbimento radicale, iniezioni del tronco, imbibizione dei semi.

A che punto è lo sviluppo di questi prodotti?
Diverse nuove startup stanno già investendo nella creazione e produzione di nuovi formulati a base di dsRNA, sicuri, efficaci e accessibili per gli agricoltori. Si tratta di prodotti per il momento ancora soggetti a studi approfonditi, che vengono sottoposti a rigidi controlli secondo le normative vigenti, per la verifica della loro sicurezza per l’ambiente e per i consumatori. Proprio il modo in cui, in futuro, gli alimenti prodotti grazie a questa nuova tecnologia saranno percepiti dai consumatori sarà fondamentale per guidare il loro ingresso sul mercato e determinarne la diffusione. Per questo ora è importante impegnarsi per trasmettere alla società in modo semplice, chiaro e trasparente le conoscenze su questa innovazione e il significato che essa può rivestire nel contesto europeo.