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Lavoratori e robot collaborativi: come garantire la sicurezza?

Un nuovo progetto guidato dall’Università di Bologna metterà a punto protocolli avanzati di controllo per l’utilizzo di sistemi robotici a guida manuale che azionano utensili come trapani e avvitatori


L'iniziativa SaRAH, nata nell'ambito del progetto europeo COVR, ha l'obiettivo di garantire la sicurezza dei lavoratori che interagiscono con i cobot


Garantire la sicurezza e il controllo sul rischio ergonomico per i lavoratori che interagiscono con i cobot, ovvero sistemi robotici collaborativi a guida manuale. È l’obiettivo del progetto SaRAH – Safety in Robot Arm Hand Guidance, guidato dal Gruppo di Robotica, Automazione e Biomeccanica Articolare attivo al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro).

Finanziata all’interno del progetto europeo COVR – Being Safe Around Collaborative and Versatile Robots in Shared Space, l’iniziativa punta a ridurre il numero di infortuni sul lavoro dovuti all’utilizzo di utensili come trapani e avvitatori, che sono purtroppo frequenti in settori industriali come la falegnameria, la metallurgia e l’assemblaggio.

I robot collaborativi a guida manuale possono essere soluzioni efficaci per aiutare i lavoratori in attività come queste, che richiedono sia sforzo fisico che esperienza e capacità manuali, e che quindi non sono completamente automatizzabili. L’utilizzo dei cobot richiede però un alto livello di interazione tra uomo e macchina all’interno di spazi ravvicinati, e questo rende necessaria sia un’alta attenzione alla sicurezza che un controllo attento al rischio ergonomico.

“Gran parte dei cobot che utilizzano utensili come trapani e avvitatori non sono pensati per muoversi in stretta collaborazione con operatori umani: vengono utilizzati soprattutto per attività ripetitive e in situazioni in cui le azioni del lavoratore sono molto limitate”, spiega Rocco Vertechy, professore al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Bologna e coordinatore del progetto SaRAH. “Per questo vogliamo mettere a punto nuove soluzioni che permettano ai lavoratori di muoversi insieme ai robot collaborativi garantendo la loro sicurezza”.

Attualmente, infatti, non esistono software in grado di monitorare in tempo reale le situazioni di rischio in cui possono trovarsi i lavoratori mentre operano insieme a sistemi robotici collaborativi a guida manuale. E allo stesso modo, i software esistenti per il controllo del rischio ergonomico non sono in grado di effettuare un monitoraggio in tempo reale e correggere quindi movimenti potenzialmente pericolosi.


“In questo contesto, il nostro primo obiettivo è costruire un sistema di valutazione del rischio e controllo della sicurezza per bracci robotici che hanno movimenti in parte non prevedibili, perché modificati in tempo reale dall’operatore umano”, dice ancora Vertechy. “Inoltre, i movimenti compiuti dal lavoratore per muovere il cobot possono portare ad infortuni fisici: per questo è importante anche mettere a punto protocolli che tengano conto del rischio ergonomico”.