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In partenza una nuova Summer School per chi vuole curare le collezioni digitali

Si chiama DIGITARCH e il suo obiettivo è preparare alla professione del Digital Collection Curator. Organizzata dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, vede anche la collaborazione del Museo Civico di Modena e i Musei Civici di Reggio Emilia con Melting Pro e Hellenic Open University

Si chiudono lunedì 30 maggio le iscrizioni per partecipare alla nuova Summer School organizzata dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna e diretta dalla prof.ssa Antonella Coralini, DIGITARCH, un progetto cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del programma per la promozione di “progetti di alta formazione in ambito tecnologico economico e culturale per una regione della conoscenza europea e attrattiva". La nuova Summer ha l'obiettivo di preparare alla professione del Digital Collection Curator – Curatore delle collezioni digitali, con focus sui beni archeologici, materiali e immateriali, dallo scavo al museo, e vede anche la collaborazione del Museo Civico di Modena e i Musei Civici di Reggio Emilia, quali sedi distaccate, insieme a Melting Pro e Hellenic Open University.

Dal 20 giugno al 15 luglio, per un totale di 90 ore, la Summer School DIGITARCH offrirà un’esperienza formativa immersiva con lezioni frontali integrate da molte altre attività seminariali e laboratoriali, nelle quali i partecipanti (titoli e requisiti di accesso) saranno coinvolti nella risoluzione di sfide reali, proposte dai musei partner del corso.

E' un percorso adatto a chi già opera, o intende lavorare, nel settore culturale e desidera acquisire, o perfezionare, le competenze di una figura professionale già oggi molto richiesta e destinata a esserlo sempre di più nei prossimi anni: il curatore di collezioni digitali, con focus sui beni archeologici, materiali e immateriali, dallo scavo al museo. Inoltre sarà possibile entrare in contatto con la realtà lavorativa internazionale, nelle istituzioni e nella libera professione, verificando la propria vocazione, definendo i propri percorsi di interesse e maturando i contatti utili per collocarsi in modo più consapevole, sicuro ed efficace nel mondo del lavoro.

"E' un progetto che punta sulla digitalizzazione del patrimonio culturale, processo in atto da tempo che, nel 2020 ha subito inevitabilmente una fortissima accelerazione, con un aumento esponenziale della domanda di contenuti e soprattutto di figure professionali al passo con i tempi". - spiega la prof.ssa Antonella Coralini - "Un ruolo di primo piano tocca alle discipline archeologiche, con professionalità in grado di gestire tutte le fasi del processo di creazione e fruizione delle collezioni digitali di interesse archeologico, dall’acquisizione dei dati sul campo sino alla comunicazione e alla valorizzazione del patrimonio e delle conoscenze in ambito museale".

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