La proteina discherina, quando è alterata, può permettere ai tumori ormono-sensibili – come ad esempio molti tumori al seno – di sfuggire alla dipendenza dagli ormoni estrogeni. La conseguenza è che questi tumori possono diventare insensibili alle terapie ormonali utilizzate in questi casi. La scoperta, pubblicata sulla rivista Genome Biology, è stata effettuata da ricercatori dell’Università di Bologna grazie al sostegno della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Gli ormoni sono molecole prodotte da ghiandole del sistema endocrino, in grado di regolare l’attività di diversi organi. Alcuni tipi di ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, possono anche stimolare la crescita di alcuni tipi di tumore al seno. Per questo sono state messe a punto le terapie ormonali, in grado di bloccare la produzione di specifici ormoni, prolungando così la sopravvivenza delle pazienti e riducendo il rischio che il tumore si ripresenti dopo essere stato asportato chirurgicamente.
I ricercatori hanno però ora scoperto che l’efficacia di questa terapia può essere messa in discussione dall’azione della discherina, una proteina il cui malfunzionamento è spesso associato allo sviluppo di tumori.
“Finora la discherina era nota per il suo ruolo all’interno del nucleo delle cellule, dove partecipa a diversi processi fondamentali, e per la sua capacità di modificare l’RNA”, spiega Lorenzo Montanaro, professore al Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio. “Di recente abbiamo scoperto che questa proteina è presente anche al di fuori del nucleo cellulare, nel citoplasma, dove si lega a un gruppo di molecole di RNA che potrebbero regolare l’espressione genica”.
In particolare, gli studiosi hanno notato che, nel tumore al seno, questo meccanismo ha un effetto sulla regolazione della risposta cellulare alla presenza di ormoni steroidei come estrogeni e progesterone. Ciò significa che, nei tumori sensibili all’azione degli ormoni, un’alterazione delle funzioni della discherina può ridurre l’efficacia delle terapie ormonali oggi utilizzate.
“I risultati che abbiamo ottenuto suggeriscono che una mancata azione della discherina nel citoplasma può portare le cellule tumorali a sfuggire alla dipendenza dagli ormoni, rendendo la malattia più aggressiva”, conferma Montanaro. “La conoscenza del meccanismo, se validata in studi clinici, potrebbe in futuro permettere di identificare le pazienti per le quali la terapia ormonale potrebbe non essere efficace, contribuendo così a mettere in campo strategie terapeutiche più adatte”.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Genome Biology con il titolo “Human dyskerin binds to cytoplasmic H/ACA-box-containing transcripts affecting nuclear hormone receptor dependence”. La ricerca è stata possibile grazie al sostegno della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Per l’Università di Bologna hanno partecipato Federico Zacchini, Giulia Venturi, Claudio Ceccarelli, Marianna Penzo, Davide Treré e Lorenzo Montanaro del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES), insieme a Mario Taffurelli (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche) e Donatella Santini (IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna). Hanno partecipato inoltre Veronica De Sanctis, Roberto Bertorelli, Alberto Inga e Erik Dassi dell’Università di Trento.