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Il sistema che protegge gli anziani dalle cadute, grazie ad un algoritmo nato dalla ricerca Unibo

Il dispositivo Future Age, nato da una collaborazione tra un gruppo di ricerca dell’Alma Mater e la start-up D-Air Lab, è equipaggiato con una serie di sensori che riconoscono i movimenti di chi lo indossa e, in caso di caduta, attivano un airbag prima che la persona tocchi terra


Un algoritmo che permette di riconoscere in tempo reale quando una persona sta cadendo. È stato sviluppato congiuntamente da un gruppo di ricerca del Personal Health Systems Lab dell’Università di Bologna e D-Air lab, la Start up di Lino Dainese che ha progettato e produce Future Age, un dispositivo di protezione individuale che offre protezione agli anziani e alle persone con difficoltà motorie in caso di caduta.

Ideato sulla base dei sofisticati sistemi di protezione airbag già ampiamente utilizzati in ambito sportivo e in contesti lavorativi, il nuovo dispositivo è equipaggiato con una serie di sensori che riconoscono i movimenti di chi lo indossa e, in caso di caduta, proteggono la persona prima che tocchi terra attivando due airbag laterali.

Il riconoscimento della caduta è possibile grazie all'algoritmo sviluppato dal gruppo di lavoro composto dai ricercatori dell'Alma Mater e dagli ingegneri di D-Air lab. Il sistema è anche capace di riconoscere su quale lato del corpo avverrà l’impatto e azionare l'airbag corrispondente, che si gonfia in meno di 60 millisecondi.

Le persone anziane e con difficoltà motorie possono così proteggersi dalle pericolose conseguenze delle cadute, oggi una delle principali cause di ricovero ospedaliero. I dati mostrano infatti che in Italia circa il 30% delle persone con più di 65 anni subisce una caduta, e fra queste quasi la metà cade più di una volta in un anno. Circa il 30% delle cadute richiede poi un intervento medico immediato, perché l'impatto con il terreno causa nella maggior parte dei casi fratture, spesso dell'anca o del femore.

In molti casi inoltre una caduta è solo l'inizio di una serie di eventi e problemi che, a cascata, modificano in modo sostanziale la qualità della vita. Dopo una caduta, l'anziano diventa più prudente nei suoi movimenti, che si fanno via via più lenti ed incerti, e la muscolatura, già indebolita dall’età avanzata, si indebolisce ulteriormente aumentando il rischio di nuove cadute. Una catena di eventi che a sua volta causa ansia, depressione e una progressiva riduzione dell’indipendenza.

Per rispondere a questo problema, la start-up D-Air Lab di Vicenza ha pensato a Future Age, invitando il CIRI Scienze della Vita e Tecnologie per la Salute dell’Università di Bologna – laboratorio accreditato della Rete Alta Tecnologia regionale – a collaborare allo sviluppo dell’algoritmo che anima il dispositivo, identificando in tempo reale le situazioni di pericolo e riducendo al minimo i possibili falsi allarmi.

Alla sua realizzazione ha partecipato il gruppo di ricerca del Personal Health Systems Lab dell’Alma Mater, costituito da Ilaria D’Ascanio, Luca Palmerini e Lorenzo Chiari, che ha anche contribuito a definire e implementare il protocollo sperimentale per la validazione e la certificazione del dispositivo.