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Nuovi spazi d'inclusione: l'Alma Mater a Camini per il progetto Welcoming Spaces

L'iniziativa europea dedicata alla rinascita delle "aree interne" europee e alla creazione di spazi di accoglienza e inclusione coinvolge come caso di studio l'esperienza della cooperativa Eurocoop Jungi Mundu, nata per promuovere il reinserimento di persone svantaggiate nel mondo del lavoro, con l'obiettivo di ripopolare un paese svuotato dall'emigrazione


La rinascita delle "aree interne" europee e la creazione di spazi di accoglienza e inclusione: sono le due sfide del progetto europeo Horizon 2020 Welcoming Spaces, a cui partecipa l'Università di Bologna. Il progetto include come caso di studio l'esperienza di Camini, comune in provincia di Reggio Calabria, e della cooperativa Eurocoop Jungi Mundu, nata per promuovere il reinserimento di persone svantaggiate nel mondo del lavoro, con l'obiettivo di ripopolare un paese svuotato dall'emigrazione di tante persone verso il nord Italia e all'estero.

Un team di ricercatori dell'Alma Mater (Alice Lomonaco, Elena Giacomelli e Chiara Davino) e dell’Università di Utrecht (Ricardo Martins e Jofelle Tesorio) è stato a Camini per indagare i fattori di successo e le criticità di quest'esperienza, perché possa diventare materiale di riflessione e analisi insieme agli altri casi studio europei del progetto.

Durante le giornate di visita sul campo si è tenuta anche la tavola rotonda "Partire, restare, tornare? Il ruolo dell'immaginario nel rapporto tra migrazioni e territori". L'evento ha fatto convergere le tematiche di due progetti di ricerca portati avanti dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia dell'Università di Bologna: il progetto Horizon2020 Welcoming Spaces e il progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna "Verso un turismo delle radici in Emilia-Romagna: memorie, immaginario, aspettative e desideri degli emigrati emiliano-romagnoli in Argentina e Brasile per un viaggio ospitale alla scoperta delle origini", che indaga sul sentimento di appartenenza all’Emilia-Romagna degli emiliano-romagnoli residenti in Argentina e in Brasile e dei loro discendenti, e sulle loro aspettative o abitudini di viaggio nei luoghi delle origini.

Alla tavola rotonda hanno partecipato policy makers, studiosi, attori locali e rappresentanti delle istituzioni: Pierluigi Musarò (Coordinatore Welcoming Spaces Italia, Università di Bologna), Paola Barretta (Associazione Carta di Roma), Karen Urso (Università della Calabria), Giulia Galera (Miledù e Euricse), Melissa Moralli (Università di Bologna), Ruggero Marra (Assessore all’Ambiente, Transizione Ecologica e Politiche Giovanili di Villa San Giovanni), Giulia Sonzogno (Officina Giovani Aree Interne), Marina Gabrieli (Coordinatrice Nazionale del Progetto "Turismo dalle radici" del Ministero degli Affari Esteri), Rosario Zurzolo (Presidente Jungi Mundu), Elena Giacomelli (Università di Bologna), Chiara Davino (Università di Bologna), Ricardo Martins (Università di Utrecht), Keina Espineira (Università della Coruña), Jofelle Tesorio (Università di Utrecht) e Alice Lomonaco (Università di Bologna).

Nel corso dell'evento è stato anche presentato il progetto "Connections. Collaborative immaginaries of territories in change across Europe", nato da un laboratorio fotografico di Rofaida Ayub, Mohamed Okla Alokla, Manal Mohamed Moftah e Zakaria Jlousi, con il coinvolgimento del fotografo Oreste Montebello. Il progetto presenta le storie, le fotografie e le mappe emozionali create da coloro che vivono la vita quotidiana nelle comunità in trasformazione in tutta Europa. Il risultato è la co-costruzione di un immaginario diverso e nuovo, ancorato al tempo e allo spazio di un'Europa diversa.