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Scienze planetarie in Africa: il progetto Europlanet 2024 ad Addis Abeba

La capitale etiope ha ospitato un workshop promosso da studiosi dell'Alma Mater per promuovere l'osservazione della Terra tramite immagini satellitari come strumento fondamentale per il monitoraggio e la gestione del territorio


Costruire una rete per promuovere e sviluppare le scienze planetarie in Africa, favorendo relazioni tra i diversi paesi del continente. È la sfida del progetto Europlanet 2024 Research Infrastructure e del suo programma Global Collaboration and Integration Development, coordinato da Barbara Cavalazzi, professoressa al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.

Nell'ambito del progetto, in Etiopia, ad Addis Abeba, si è svolto il workshop "Earth Satellite and Data Analyses", coordinato dall'Università di Bologna e dall'Istituto Italiano di Cultura (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), con il patrocinio dell'Agenzia Spaziale Italiana e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Un appuntamento che ha visto 38 partecipanti provenienti da tutta l'Etiopia: professionisti, ricercatori e dottorandi delle Università di Addis Ababa, Mezan Tepi, Semera, Wollo, Wolkite, Oda Bultum, ma anche dall’Ethiopian Space Science and Technology Institute, dello Space Science and Geospatial Institute, dell'Ethiopian Institute of Agricultural Research, dell'Ethiopian Forest Developement e dell'Ethiopian Roads Administration.

"La formula che abbiamo scelto per questo evento è stata quella di fornire contenuti di alta qualità, esempi di applicazioni e laboratori pratici per l’utilizzo dei software grazie ad istruttori di alto profilo come Gabriele Bitelli e Francesca Trevisiol dell'Università di Bologna, Patrizia Sacco dell'Agenzia Spaziale Italiana, Addisu Gezahegn della Addis Ababa University e Gemechu Fanta Garuma dello Space Science and Geospatial Institute", spiega Cavalazzi. "In parallelo sono stati creati momenti di discussione e sessioni per lo scambio di idee sulla ricerca nel campo dell’osservazione della Terra, e abbiamo stimolato l’interazione fra i partecipanti gettando le basi per la formazione di una comunità locale di specialisti sul tema: un obiettivo che è stato raggiunto".

L'osservazione della Terra e l'utilizzo di immagini satellitari sono stati il filo conduttore dell'iniziativa. Lo spazio è infatti un obiettivo d’importanza strategica anche per i paesi africani, come uno strumento virtuoso per lo sviluppo, la competitività e la crescita.

"L'osservazione della Terra tramite immagini satellitari rappresenta uno strumento fondamentale per il monitoraggio e la gestione del territorio", dicono Gabriele Bitelli e Francesca Trevisiol. "Attraverso il workshop, la cui offerta formativa prevedeva lezioni teoriche affiancate da sessioni pratiche con software open-source, è stato possibile fornire agli studenti gli strumenti per usare le immagini telerilevate a supporto della loro attività di ricerca o professionale. Tra le applicazioni possibili, emerse come prioritarie dai partecipanti, ci sono il monitoraggio dell’agricoltura nell'ambito della food security, la prevenzione dei disastri naturali, il monitoraggio delle acque superficiali e della siccità, insieme alle altre problematiche ambientali che il cambiamento climatico sta rendendo sempre più evidenti".

Il workshop si è concluso il 16 dicembre, in coincidenza della seconda Giornata Nazionale dello Spazio, durante la quale è stata inaugurata la mostra di immagini satellitari "LOOKING BEYOND/Guardare oltre", a cura di Filippo Maggia, allestita presso l'Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba. La giornata è stata arricchita inoltre da una serie di laboratori che hanno visto coinvolti quasi 200 studenti della scuola Italiana "Galileo Galilei" di Addis Abeba. L'iniziativa, intitolata "Accendiamo le costellazioni" è stata guidata da Federico Di Giacomo dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Padova, e organizzata in collaborazione con Maura Sandri dell’INAF e Barbara Cavalazzi.

"Siamo stati felici di accogliere così tanti partecipanti da tutta l'Etiopia, in concomitanza con le celebrazioni della Giornata Nazionale dello Spazio", dice Semen Kumurzhi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. "Le iniziative promosse si inseriscono all'interno della strategia di rilancio in questo Paese della nostra promozione culturale e integrata, e rappresentano un importante momento di dialogo, innanzitutto con le giovani generazioni di scienziati e ricercatori locali, contribuendo a rafforzare la proiezione del nostro Paese in Etiopia in chiave moderna e innovativa. Si tratta di un ottimo esempio di interazione con l’Università di Bologna e gli altri attori del Sistema Paese (Ambasciata d’Italia, ASI, INAF) che ringrazio vivamente, e ci auguriamo che i risultati di questi progetti portino a partenariati a medio-lungo termine, in modo da poter offrire sostegno allo sviluppo della scienza spaziale e planetaria in Etiopia e in Africa per gli anni a venire".

Per l’Università di Bologna, hanno partecipato all'iniziativa Barbara Cavalazzi, professoressa al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, che ha coordinato il workshop, insieme a Gabriele Bitelli e Francesca Trevisiol, professore e dottoranda dell’area di Geomatica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali. L’evento è stato realizzato con il sostegno di Europlanet 2024 RI, che ha ricevuto finanziamenti dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea (Grant n. 871149).