Maggiore semplificazione, accessibilità e inclusività, per favorire la partecipazione dei ricercatori e rendere la ricerca europea sempre più competitiva a livello globale. Un'attenzione particolare ai temi chiave per il nostro futuro: transizione verde e digitale, intelligenza artificiale, salute, scienze sociali e umane. Processi sempre più trasparenti, che muovono dal basso verso l'alto, per la selezione dei temi e delle priorità da attuare. Sono le principali indicazioni che l'Università di Bologna ha presentato alla Commissione Europea in vista dei prossimi passi di Horizon Europe, e della discussione sul prossimo programma quadro dell'Unione Europea per la ricerca e l'innovazione.
La Commissione Europea ha infatti avviato, lo scorso dicembre, una consultazione pubblica per raccogliere suggerimenti sul futuro dei programmi di sostegno alla ricerca. A questa discussione – che si è chiusa ufficialmente lo scorso 23 febbraio – l’Università di Bologna ha partecipato insieme alla Guild of European Research-Intensive Universities, un network di 21 atenei europei – di cui l’Alma Mater è tra i fondatori – che lavora per promuovere la ricerca, creare innovazione a beneficio della società e arricchire il dibattito pubblico a livello europeo e nazionale.
"È stata un’importante occasione di riflessione comune, a più livelli, su temi strategici per la ricerca: temi che hanno certamente un impatto livello europeo, ma coinvolgono direttamente anche la comunità di ricerca del nostro Ateneo, che è uno dei principali beneficiari del Programma Quadro a livello nazionale", sottolinea il prof. Alberto Credi, Prorettore per la Ricerca. "Gli obiettivi di Horizon Europe sono chiari fin dal suo nome: 'Orizzonte Europa' è un riconoscimento delle potenzialità della ricerca e innovazione per costruire un futuro sostenibile che metta al centro l’uomo e l’ambiente. La sua implementazione è però ancora troppo complessa e rischia di tenere a distanza i ricercatori, con particolare riferimento alle nuove generazioni: per questo l’Università di Bologna ha investito e continua ad investire sui servizi alla ricerca, così da facilitare la diffusione delle opportunità di ricerca individuale e di ricerca collaborativa offerte dal programma e favorire la partecipazione ai bandi competitivi con alti tassi di successo".
Il ruolo della ricerca di base
Uno degli aspetti maggiormente evidenziati è la richiesta di ampliamento dell'offerta di ricerca di base, che in Horizon Europe non può essere limitata solo alle forme di ricerca individuale supportate nel Primo Pilastro, "Eccellenza Scientifica", basate su un approccio dal basso verso l'alto. È necessario invece introdurre finanziamenti con un più basso livello di maturità tecnologica (Technology Readiness Level - TRL) anche per i progetti di ricerca collaborativa del Secondo Pilastro, "Sfide globali e competitività industriale europea".
In particolare, il Secondo Pilastro dovrebbe continuare a privilegiare il finanziamento delle attività di Ricerca e Innovazione (RIA) rispetto alle Azioni di Coordinamento e di Supporto (CSA) e alle Azioni di Innovazione (VI). Proprio per la loro natura, infatti, le attività di Ricerca e Innovazione sono le più adatte per concentrare una maggiore collaborazione nei progetti con un più basso livello di maturità tecnologica.
I tre Pilastri di Horizon Europe
Rispetto alla struttura generale di Horizon Europe, è stato innanzitutto sottolineato il ruolo fondamentale del Primo Pilastro, "Eccellenza Scientifica", con il suggerimento di rafforzare gli investimenti. Questo Pilatro rappresenta un investimento fondamentale per garantire il ruolo dell'Europa come società della conoscenza, perché la UE rimanga in prima linea nella competizione globale per la produzione di nuovi saperi e perché continui ad attrarre i migliori talenti, garantendo loro il sostegno necessario per condurre le loro ricerche.
Il Secondo Pilastro, "Sfide globali e competitività industriale europea" è invece la principale fonte di finanziamento per qualsiasi ricercatore che desideri impegnarsi in un progetto interdisciplinare e collaborativo con un focus prestabilito a livello europeo. Ha una dotazione di oltre 50 miliardi di euro, ed è essenziale che la sua attuazione sia progettata per massimizzare l'impatto a lungo termine sulla ricerca di soluzioni alle sfide globali, mantenendo un bilanciamento tra ricerca e innovazione.
"Per potenziare la ricerca 'challenge driven', finalizzata ad affrontare le esigenze della società, è estremamente importante aumentare il numero di bandi di finanziamento a basso livello di maturità tecnologica, con l'obiettivo di raggiungere un vero equilibrio tra ricerca e innovazione", spiega il prof. Credi. "È necessario offrire un approccio realistico e flessibile all'impatto dei progetti, garantire che il processo di valutazione si concentri sulla qualità scientifica, continuare a favorire l'interdisciplinarietà e l'integrazione delle scienze umane e sociali, e riorientare le missioni di ricerca e innovazione per sostenere la ricerca all'avanguardia e promuovere la cooperazione internazionale".
In questa forte richiesta di bilanciamento tra ricerca fondamentale da un lato e sviluppo sperimentale dall'altro, è poi importante considerare anche il ruolo del Terzo Pilastro, "Europa Innovativa". Per sfruttare il ruolo della ricerca all'interno degli ecosistemi dell'innovazione, è infatti fondamentale che le azioni di Pilastro siano accessibili a tutti gli attori coinvolti, comprese le organizzazioni che svolgono attività di ricerca come le università.
Transizione digitale e transizione verde
È importante che le due grandi transizioni che guideranno il nostro futuro - quella digitale e quella verde - diventino ancora più intrecciate e interconnesse. Il suggerimento che viene lanciato alla Commissione europea in questo senso va nella direzione di un rafforzamento della capacità di resilienza delle nostre società.
"Favorire la doppia transizione, verde e digitale, deve restare uno degli obiettivi strategici di Horizon Europe, a cui vanno affiancati nuovi sforzi per la creazione di un ecosistema europeo che garantisca la produzione di componenti tecnologici avanzati, il rafforzamento del posizionamento competitivo industriale e la capacità di resilienza agli shock che possono colpire le catene di approvvigionamento globali", afferma il prof. Credi. "Inoltre, è necessario continuare ad investire sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, guardando ad un approccio europeo alla digitalizzazione, radicato sui nostri valori comuni, con al centro il ruolo e le necessità degli esseri umani".
La salute del futuro
L'emergenza COVID-19 ha mostrato molto chiaramente l'importanza fondamentale della ricerca collaborativa per affrontare e superare situazioni critiche. Nel campo della salute è importante però guardare oltre la gestione dell'emergenza e puntare invece in modo deciso sulla prevenzione e sul miglioramento della qualità della vita. Il suggerimento che arriva in questo senso è per una maggiore attenzione alla ricerca sull'invecchiamento in buona salute. Con un focus particolare sulle cure primarie, fondamentali per affrontare le disabilità croniche e ridurre il numero di ricoveri prevenibili.
Centrale è ovviamente anche la lotta ai tumori, rispetto alla quale viene raccomandata una revisione dello strumento delle "Missions" di Horizon Europe: cinque missioni di ricerca e innovazione pensate per concentrare l'efficacia dei finanziamenti europei su cinque grandi sfide del nostro tempo. Una di queste riguarda proprio la lotta contro i tumori: è necessario però rivedere le sue modalità di implementazione, perché quella attualmente adottata non ha dato i risultati attesi.
Fondamentali per garantire la salute della popolazione saranno poi sempre di più le tecnologie digitali: diagnosi assistite dall'intelligenza artificiale, sensori a supporto dell'autodiagnosi, telemedicina per la riabilitazione, app intelligenti per supervisionare e monitorare il trattamento delle dipendenze. Horizon Europe deve continuare a investire nello sviluppo di questi strumenti e nella creazione di servizi e infrastrutture per la raccolta di dati, che sempre più saranno risorse strategiche per migliorare la salute e il benessere umano.
E le scienze umane e sociali?
La ricerca e l'innovazione sono leve strategiche per garantire il ruolo di leader mondiale dell'Unione Europea. Per affrontare le sfide del futuro non va mai dimenticato però l'approccio "umano centrico", fondamentale per costruire una società equa e giusta. Favorire e implementare un approccio multidisciplinare, che valorizzi il ruolo e il contributo delle scienze sociali e umane, è uno degli obiettivi di Horizon Europe, non ancora però pienamente raggiunto.
"L'Università di Bologna riconosce che, rispetto al programma quadro precedente, in Horizon Europe sono stati inseriti requisiti di partecipazione ai bandi che facilitano le sinergie con gli ambiti delle scienze sociali e umane, dando spazio anche al campo delle arti", aggiunge il prof. Credi. "Tuttavia, questo approccio è stato implementato con modalità non sempre adeguate: si è assistito in alcuni casi a eccessive semplificazioni, ad esempio limitandosi ad includere attori in ambito sociale nei consorzi. L'Alma Mater si fa quindi portavoce della necessità di una maggiore chiarezza nella valutazione di questi aspetti e di una più efficace azione di sensibilizzazione rivolta ai ricercatori di queste aree, per favorire la loro piena partecipazione alle tante opportunità offerte dai progetti europei".